Su Internazionale, Thomas Piketty spiega le ragioni alla base del successo economico della Cina e le difficoltà cui andranno incontro i paesi occidentali se continueranno a proporre il modello di capitalismo degli ultimi decenni.
Mentre il Partito comunista cinese (Pcc) celebra i suoi cento anni di esistenza, i paesi occidentali faticano a definire il loro atteggiamento nei confronti del regime di Pechino. Diciamolo chiaramente: bisognerebbe smetterla con l’arroganza occidentale e promuovere un nuovo orizzonte di emancipazione e di uguaglianza a livello mondiale, attraverso una nuova forma di socialismo democratico e partecipativo, ecologista e postcoloniale. Se invece i paesi occidentali continueranno a sentirsi superiori e a difendere un modello di capitalismo esasperato e fuori dal tempo, avranno difficoltà a rispondere alla sfida cinese.
Il regime di Pechino ha molte fragilità. Secondo il Global Times, quotidiano legato al Pcc, la democrazia in versione cinese sarebbe superiore al supermercato elettorale occidentale perché affida il destino del paese a un’avanguardia motivata e determinata, al tempo stesso selezionata e rappresentativa della società (il Pcc ha 90 milioni di iscritti, il 10 per cento della popolazione), e quindi più impegnata a servire l’interesse generale rispetto all’elettore occidentale, volubile e influenzabile.
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