Su Queryonline, pubblicazione online del CICAP, si racconta della recente ipotesi, avanzata da alcuni studiosi, dell’esistenza di due isole, oggi sommerse, al largo della costa del Galles. Ipotesi che qualcuno ha usato per riaprire il “dibattito” sulla reale esistenza della mitica civiltà di Atlantide.
In uno studio pubblicato sulla rivista Atlantic Geoscience, intitolato The ‘lost’ islands of Cardigan Bay, Wales, UK: insights into the post-glacial evolution of some Celtic coasts of northwest Europe, i geologi Simon K. Haslett e David Willis hanno ipotizzato la presenza di due isole vicine alla costa del Galles e oggi scomparse. Le loro argomentazioni si basano su prove e fonti di tipo diverso: storiche, geofisiche e geomorfologiche, affiancate al lavoro sul capo.
Gli studiosi si sarebbero basati sull’analisi della cosiddetta Gough Map, la più antica raffigurazione delle isole britanniche. La mappa, approssimativa sotto molto aspetti ma piuttosto precisa per quanto concerne la rappresentazione delle coste, mostrerebbe due isole al largo del Galles, oggi completamente sommerse. La ragione è, probabilmente, da trovare nei fenomeni di erosione della costa gallese che permangono tutt’oggi e sono stati anzi accelerati dal cambiamento climatico.
Confrontando questi dati con le leggende locali raccontate in raccolte come il Mabinogion o il Libro nero di Camarthen, i ricercatori hanno notato alcune similitudini con la leggenda riguardante il luogo chiamato Cantre’r Gwaelod, un regno situato nella zona della Cardigan Bay e protetto da dighe contro l’innalzamento del mare. Secondo il racconto, un giorno le dighe non furono più sufficienti e gli abitanti dovettero abbandonare l’insediamento. Questa leggenda è stata letta in passato come un evento legato all’erosione costante delle coste gallesi, ma i due studiosi ora ipotizzano che questo regno potesse essere ubicato su una delle due isole.
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