Un’inchiesta di Al Jazeera fa luce sulle dinamiche e intrighi interni al Partito Laburista. Mohammad Suhail sull’Independent evidenzia le tematiche del razzismo e di un partito ostaggio di notabili.
I Labour files partono da una mole di dati impressionante: più di 500GiB di documenti, email, video e audio del Partito Laburista. I giornalisti investigativi della I-Unit di Al Jazeera hanno esaminato gli archivi (la più grosse fuga di notizie nella storia politica del Regno Unito) trovandovi razzismo, islamofobia, sabotaggio del proprio leader di allora (2015–2020) Jeremy Corbyn.
Le carte rivelano la dirigenza apicale del partito in subbuglio dopo l’elezione di Corbyn:
La storia raccontata in The Labour Files inizia con gli alti funzionari del partito, in gran parte provenienti dalla destra del partito, talmente inorriditi dall’assunzione della leadership da parte della sinistra sotto Jeremy Corbyn da usare ogni trucco per indebolire lui e i suoi sostenitori. Ma ciò che è stato scoperto non è solo storico: I funzionari di Starmer, ora in pieno controllo, hanno dimostrato di avere lo stesso zelo ossessivo nell’attaccare i membri del loro stesso partito. Il risultato? L’abbandono di quasi 100.000 attivisti laburisti che lavorano duramente e, con loro, del programma politico di trasformazione di cui c’è urgente bisogno per affrontare la disuguaglianza dilagante, il fallimento dei servizi pubblici e la crisi climatica.
Le rivelazioni riguardano anche il modo di “sistemare” i problemi interni al partito riguardo a specifiche minoranze:
La serie esplora la “gerarchia del razzismo” descritta nel recente Rapporto Forde sul fazionalismo laburista, un documento dannoso ma poco considerato. Halima Khan, ex responsabile delle indagini nell’unità di governance del Labour, racconta di come le denunce di islamofobia “spesso rimanevano nella casella dei reclami”, mentre a lei veniva chiesto di rimanere fino a tardi per occuparsi delle denunce di antisemitismo. Racconta di come i membri laburisti musulmani di Newham siano stati “perseguitati” da un uomo del posto che ha presentato un dossier che specificava quale scuola frequentavano i loro figli e dove parcheggiavano l’auto. Sebbene il dossier utilizzasse la profilazione razziale e fosse potenzialmente basato su una violazione dei dati, il partito non lo ha denunciato alle autorità, ma ha invece sospeso le sue sedi a Newham, negando a 5.000 membri, per lo più musulmani, una voce nel partito.
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