Christiane Gruber su New Lines Magazine scrive della disavventura di un professore di storia dell’arte alla Hamline University.
Oggetto del contendere, un dipinto che raffigura il profeta Maometto:
L'”incidente islamofobico” ha catalizzato numerosi commenti amministrativi e la copertura mediatica dell’università. Tra l’altro, ha costituito l’oggetto di un secondo articolo di Oracle, in cui si osservava che un membro della facoltà aveva incluso nel corso di storia dell’arte globale una sessione sull’arte islamica, che offriva un’analisi visiva e una discussione facoltativa di un famoso dipinto islamico medievale del Profeta Maometto. Uno studente si è lamentato dell’inclusione dell’immagine nel corso e ha fatto pressione sugli amministratori per ottenere una risposta. In seguito, il vicepresidente associato per l’eccellenza inclusiva (AVPIE) dell’università ha dichiarato l’esercizio in classe “innegabilmente sconsiderato, irrispettoso e islamofobico”.
Al professore non è stata data una piattaforma pubblica per spiegare la lezione e l’attività in classe. Un saggio scritto da un altro professore di Hamline che spiegava l’incidente insieme al contesto storico e al valore estetico delle immagini islamiche di Maometto è stato pubblicato su The Oracle, il giornale studentesco dell’università, ma è stato poi rimosso.
Il presidente di Hamline e l’associato vicepresidente hanno poi inviato un messaggio a tutti i dipendenti affermando che «il rispetto per gli studenti musulmani osservanti in quella classe avrebbe dovuto prevalere sulla libertà accademica». L’episodio e il messaggio sollevano dibattiti sulla libertà di parola e sulla libertà accademica all’università.
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