Kelly Grovier, da molti anni studioso di storia del colore, presenta in un articolo uscito su BBC Culture il tema del suo ultimo libro, intitolato The Art of Colour: The History of Art in 39 Pigments, che 24 ORE Cultura ha pubblicato anche in italiano. Il libro racconta le storie sorprendenti di 39 pigmenti utilizzati nei più grandi capolavori della storia dell’arte.
Inventati da uomini delle caverne dell’Età della Pietra e da maghi medievali, scaltri ciarlatani e scienziati rigorosi, i colori dell’arte raccontano una storia affascinante tutta loro e costituiscono le sillabe del linguaggio dell’arte. In questa pubblicazione il lettore potrà così scoprire che la luna giallo vivo che spicca nella Notte stellata di Van Gogh deve il suo splendore a un piccolo allevamento di mucche nutrite esclusivamente con foglie di mango, che il blu oltremare che brilla al centro della Lattaia di Vermeer collega il capolavoro con i dipinti zoroastriani del VI secolo trovati sulle pareti dei templi delle caverne a Bamiyan in Afghanistan, o che le onde impetuose che si innalzano e si arricciano ne La grande onda di Kanagawa di Hokusai devono la loro intensa lucentezza blu ad un alchimista nato nel castello di Frankenstein nel 1673.
E così rivelano tutti i loro segreti il nero in Madame X di John Singer Sargent, il rosso de La ragazza con un bicchiere di vino di Vermeer, l’arancione in Flaming June di Sir Frederic Leighton, il giallo nella Festa di Baldassarre di Rembrandt, il verde del Giorno d’estate di Berthe Morisot, il viola delle Iris di Claude Monet e il bianco nella Symphony in White, No 1: The White Girl di James McNeill Whistler.
Resti polverizzati di scheletri inceneriti, le radici bollite della pianta erbacea perenne Rubia tinctorum, i minerali dei depositi di cromite, una miscela riscaldata di monossido di piombo e biossido di stagno, l’arsenico e persino la combinazione di piombo, aceto e feci in fermentazione sono gli ingredienti insospettabili e sorprendenti alla base dei meravigliosi colori che fanno di questi quadri degli autentici capolavori.
Su Google Arts & Culture troviamo le pagine coloratissime di A colorful history of paints and pigments, mentre su PCI (Paint & Coating Industry) è possibile leggere una storia in due parti sull’uso dei pigmenti nell’arte occidentale: (Parte prima e Parte seconda).
La National Gallery of Art invece spiega cos’è il colore, illustra la caratterizzazione chimica dei pigmenti e i metodi analitici utilizzati per identificare i coloranti nelle opere d’arte.
“Color is the visual perceptual property corresponding in humans to the categories called red, green, blue, and others. Color derives from the spectrum of light (distribution of light power versus wavelength) interacting in the eye with the spectral sensitivities of the light receptors. Color categories and physical specification of color are also associated with objects, materials, lights sources, etc., based on their physical properties such as light absorption, reflection, or emission spectra. By defining a color space, colors can be identified numerically be their coordinates” (Wikipedia). Color is not a tangible thing. It is a perception.
Philip Ball in un interessante articolo pubblicato su Chemistry World si occupa di Scienza dei colori e descrive le relazioni tra chimici e artisti, nonchè gli incidenti e gli avvenimenti casuali che hanno portato alla scoperta di nuovi colori.
Throughout history, such accidents in chemical technology have produced new colouring materials for artists. Some pigments, it’s true, came from concerted efforts to make them – but given the limited understanding of chemical principles, and especially any real notion of how composition relates to colour, the discovery of new pigments has mostly been a haphazard affair.
Infine il Catalogo dei pigmenti nella storia: presenta una scheda per ogni pigmento, completa di descrizione e notizie.
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento (disponibili per il download gratuito) ecco i tre volumi di Artist’s pigment: a handbook of their history and characteristic (Volume 1, Volume 2, Volume 3).
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.