Anche se la Malesia non è certo un faro dei diritti LGBT+, come ripetuto più volte dai suoi politici, una vicenda degli anni ’70 getta una luce diversa sul paese.
Nel 1975 Sari Kartina, una donna transgender nativa dello stato malese di Johor, che aveva vissuto come donna in Indonesia e a Singapore prima di procedere con la transizione chirurgica, cercò di sposare un uomo etero. La famiglia di lui era contraria, e il caso fu rinviato alle autorità religiose musulmane di Johor (che hanno competenza per il diritto di famiglia della popolazione musulmana locale). Il vicemufti dello stato stabilì che Sari Kartina era una vera donna, e che quindi aveva il diritto di sposarsi con un uomo. Dopo la sentenza la coppia si sposò, e in seguito adottò un bambino.
According to Datuk Syed Alwee, he was convinced that Kartina was a real woman when she applied to get married, adding that the decision was made based on science and medicine.
“Only those who don’t believe in science won’t believe what happened to Kartina.” – Datuk Syed Alwee Abdullah, as quoted by Newspaper SG. Translated from BM.
He also opined that there are several factors for a person to change their gender if it is allowed to be done in the first place; and once a person has legally become a woman, there’s no reason to stop her from getting married to the man she loves.
La decisione potrebbe sembrare sorprendente, ma in realtà anticipò una tendenza più generale della giurisprudenza islamica, che portò negli anni successivi a due famose sentenze analoghe, in Iran e in Egitto. Anche se l’omosessualità è condannata nel Corano, gli hadith (gli aneddoti sulla vita del Profeta, che hanno valore di precedente legale) fanno riferimento a una diversità di ruoli di genere e all’ermafroditismo. Considerando i casi di transessualità in maniera analoga ad essi, alcuni giuristi islamici hanno perciò interpretato la transessualità come una malattia, da cui la scienza medica offre la possibilità di guarire tramite il cambio di sesso, che è quindi giudicato una procedura legittima. In Iran, notoriamente, lo stato additittura finanzia la chirurgia di riassegnazione del sesso, e molti omosessuali cisgender, le cui uniche alternative sarebbero nascondersi, scappare all’estero o essere uccisi, riportano di essere spinti dalle autorità e dalla società a compiere questo passo.
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