“Un tempo aggirarsi tra i boschi del Passo Coe, al confine tra Trentino Alto Adige e Veneto, poteva essere molto pericoloso… Ronde armate, accompagnate da grossi cani da guardia, tenevano i curiosi alla larga. C’era un segreto da proteggere, ma non si trattava di fantasmi o extraterrestri: era uno dei tanti segreti della guerra fredda, la Base Tuono…”
Massimo Polidoro ci porta dentro un “mistero” diverso dagli altri con un lungo servizio: una base militare montana “segretissima” tra Trentino e Veneto…
Massimo Polidoro, giornalista, scrittore, docente universitario e divulgatore scientifico, in un documentario di circa un’ora, parla di Base Tuono, una delle basi NATO italiane attive durante il periodo della guerra fredda.
Base Tuono era una delle 12 basi missilistiche installate dalla Nato nel Nordest d’Italia l’idea era quella di contrastare un possibile attacco sovietico che si immaginava sarebbe potuto arrivare tra il Friuli e il Veneto
Nel documentario vengono intervistate molte persone, sia appartenenti alle forze armate, come il Generale Ispettore Capo Basilio Di Martino, della Direzione Armamenti Aeronautica Militare, sia storici, come Gregory Alegi, che raccontano l’importanza assegnata dalla NATO alle basi come Base Tuono nella gestione di un eventuale attacco sovietico.
Sono state anche intervistate alcune persone che hanno lavorato alla base, come l’ex-ufficiale tattico Paolo Gerosa; l’ufficiale ha spiegato che Base Tuono era divisa in tre parti: la zona lancio si trovava a Malga Zonta, l’area controllo si trovava a Monte Toraro mentre l’area logistica era a valle, a Tonezza del Cimone.
Nella base erano ospitati vari missili del tipo Nike-Hercules; missili di questo tipo avrebbero potuto portare anche testate nucleari, ma quelli di Base Tuono avevano solo esplosivi convenzionali, in quanto la difendibilità del sito era troppo complessa per poter garantire la sicurezza richiesta da un armamento nucleare.
In caso di sconfinamento dell’area da parte di velivoli non autorizzati, cosa che a volte accadeva dice Gerosa, in genere venivano allertate sia la zona di lancio che quella di controllo, decollavano gli aerei intercettori che segnalavano al velivolo non autorizzato di allontanarsi.
La descrizione di quale fosse l’atmosfera generale in strutture come Base Tuono, comunque, ricorda molto lo “stallo alla messicana” di certi vecchi film. Infatti il generale Di Martino dice che:
se dovessi dare una definizione molto sintetica di guerra fredda e cercando anche un minimo di originalità e riferendomi a un contesto americano mi verrebbero in mente i due pistoleri che si fronteggiano nella strada polverosa davanti al saloon ognuno dei due è pronto a sparare in qualsiasi momento. Per tutto il periodo che va dal dal 46 all’89 abbiamo vissuto in questo contesto
L’inizio della “Guerra Fredda” vera e propria viene descritto da Mireno Berrettini, storico delle relazioni internazionali, che ricorda come la nascita della Repubblica Popolare Cinese, nel 1949, modificò gli equilibri allora esistenti, mentre fu la guerra di Corea, nel 1950, a dare la spinta per la trasformazione dell’Alleanza Atlantica nella NATO attuale:
l’attacco che la Corea del nord di Kim Il Sung lancia alla Corea del Sud nel giugno del 1950 è la conferma ennesima questa volta “Manu militari” che il mondo sovietico, il mondo comunista è aggressivo e mira al dominio dell’intero mondo. Il sistema di alleanze che creano gli occidentali in risposta all’alleanza Sino-Sovietica è quello che genera la trasformazione da Alleanza Atlantica in NATO ovvero in un’alleanza vera e propria militare
Una particolarità delle basi italiane, ricorda Gregory Alegi, fu quella di limitare al massimo, più che negli altri paesi NATO, la diffusione delle informazioni verso la popolazione, e questo a causa della forte presenza del Partito Comunista in quanto, come ricorda Mireno Berrettini:
la guerra fredda è un periodo di grande propaganda da parte dei due schieramenti, per così dire, di forte condizionamento ideologico e di una vera e propria opera anche di depistaggio
Polidoro intervista poi Elvise Lighezzolo, ex-sottufficiale dei Base Tuono, addetto al controllo giornaliero dei missili. Lighezzolo ricorda che, sopratutto in inverno, gli inconvenienti erano all’ordine del giorno in quanto il freddo poteva bloccare gli oli idraulici che permettevano l’uscita dei missili dagli hangar in cui erano conservati. Lo scopo di queste esercitazioni quotidiane, ovviamente, era quello di rendere automatico lo svolgersi della preparazione dei missili in caso di attacco.
La sicurezza del perimetro della base, poi, era affidata a persone come l’aviere scelto Attilio Veronese, ex-sottufficiale di stanza a Base Tuono, che racconta come fossero strutturate le giornate di guardia: per 24 ore al giorno, tutti i giorni, nelle altana poste intorno alla base (le altana sono strutture di controllo), gli avieri incaricati della sicurezza svolgevano due ore di guardia e quattro ore di riposo. Chiaramente nel periodo invernale, con la neve che poteva raggiungere i 5 metri di altezza, questi incarichi di guardia risultavano particolarmente impegnativi.
L’ultima parte del documentario descrive le procedure che il personale della base doveva seguire nel caso fossero arrivati gli ordini per il lancio dei missili.
Dagli anni ’70 del secolo scorso in poi, l’importanza di basi come Base Tuono inizia a venire meno sia per il cambiamento delle strategie difensive sia per gli elevati costi di gestione.
A partire dal 1977 Base Tuono venne dismessa e i militari di stanza trasferiti ad altre assegnazioni. Dopo un periodo di abbandono e degrado, nel 2009 l’amministrazione comunale di Folgaria, il cui territorio ospita la base, ha chiesto all’aeronautica militare di poterla trasformare in un museo, come viene raccontato da Maurizio Struffi, Direttore del Museo Base Tuono.
Attualmente Base Tuono è visitabile (qui il link al sito del museo) e rappresenta l’unico sito museale in Europa dedicato al sistema di difesa missilistica Nike-Hercules.
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