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La storia del pane allucinogeno

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Il Tascabile, nell’articolo Storia oscura del pane allucinogeno, pubblica un estratto dal libro Alicudi e la segale cornuta. Alle origini di un’allucinazione collettiva di Tommaso Ragonese, nel quale l’autore analizza la nascita della tesi che attribuisce al consumo di pane fatto con la segale cornuta, la causa delle manifestazioni allucinatorie verificatesi nell’isola di Alicudi tra il 1903 ed il 1905.

Questa faccenda del pane ammuffito di Alicudi non mi è nuova. Sono mesi che la sento raccontare in tutte le salse. Il giovane norvegese mi dice di aver letto un articolo su internet, la creatura mitologica che ha reso l’onniscienza finalmente alla portata dei comuni mortali.

Ma cos’è la Segale Cornuta?

La segale cornuta è il risultato dell’infestazione di un cereale, la segale appunto, da parte di un fungo, il Claviceps purpurea, ascomicete del genere Claviceps, che parassita comunemente le graminacee. Quando il fungo infetta il cereale produce uno sclerozio, contenente le spore del fungo e capace di sopravvivere nell’ambiente per tempi anche lunghi. Il nome comune del fungo viene dal francese ergot, che significa “sperone” per la forma degli sclerozi, da cui deriva anche ergotismo, cioè il nome della patologia correlata a questa intossicazione.

Come avviene per molti altri funghi parassiti, il ciclo vitale di Claviceps purpurea si svolge in primavera: le spore contenute negli sclerozi germinano liberando le spore che, raggiunti i fiori del cereale, producono un micelio che infetta l’ovario, impedendo lo sviluppo dei semi. Inoltre produce ulteriori spore ed una melata che servirà ad attrarre gli insetti, i quali spargeranno la contaminazione sulle altre spighe. Alla fine del ciclo il micelio si compatta a formare un nuovo sclerozio che, in autunno, cadrà sul terreno in attesa di attuare un nuovo ciclo la primavera seguente.

E il pane allucinogeno?

Una delle scoperte fatte durante lo studio del Claviceps purpurea è che gli sclerozi sono ricchi di alcaloidi tossici o psicoattivi del gruppo delle ergotine. Questi alcaloidi, tra i quali il più famoso (o famigerato) è l’acido lisergico, hanno diversi effetti: interagiscono col sistema nervoso centrale, provocando allucinazioni ed attacchi epilettici, oppure hanno effetto vasocostrittore, che nei casi di intossicazione più severa può provocare una importante riduzione dell’afflusso sanguigno alle zone a valle della zona interessata.

Inoltre si è scoperto che questi alcaloidi vegetali non sono disattivati dal calore, quindi il pane preparato con farine ricavate da segale o altri cereali infettati dal fungo, manteneva comunque la capacità di provocare l’intossicazione nelle persone che se ne nutrivano.

Durante un soggiorno ad Alicudi Tommaso Ragonese si è imbattuto più volte con la assoluta certezza di molti che i racconti del folklore sulle majare, cioè le streghe, di Alicudi siano da imputare all’uso di farine fatte con segale contaminata dal Claviceps purpurea che, tra il 1903 ed il 1905, vennero usate nell’isola al posto della farina di frumento, troppo cara e scarsa.

Ancora una volta, purtroppo, nessun dato concreto. Nessun riferimento a documenti storici, ritrovamenti archeobotanici, studi pubblicati su riviste scientifiche o da editori con un minimo di reputazione. Giusto qualche frase a effetto condita da un “l’ha detto l’antropologo”, o “l’ha detto lo storico locale”.

Perplesso dalla assoluta sicurezza con cui si addebitava alla segale cornuta la causa dei racconti e, contemporaneamente, dalla scarsissima presenza di fonti storiche, studi clinici e ritrovamenti archeobotanici che potessero corroborare questa certezza, l’autore decide di imbarcarsi lui stesso in una ricerca sulle cause della leggenda. Le sue ricerche non durano a lungo: presto si imbatte in un personaggio che pare essere la fonte delle leggende raccontate con sicurezza da moltissime persone in varie parti del mondo:

Responsabile di questa epidemia è un personaggio che compare sia in una puntata della rubrica televisiva Mediterraneo, Quando le donne volavano, andata in onda su Rai 3 nel 1991, sia una quindicina di anni dopo, in un breve documentario intitolato L’isola analogica. Entrambi i documentari mostrano immagini dell’isola e frammenti di interviste a diversi isolani, tra cui anche Silvio e Rosina, che raccontano di donne volanti, spiriti, banchetti, cose tinte e persino di un pagliaccio. In entrambi compare anche un personaggio abbronzato, canuto e baffuto. La sua parlata è diversa, il suo linguaggio più sofisticato. Chi è costui?

La fonte pare essere Elio Zagami, medico di origini arcudare e figlio del senatore Leopoldo Zagami, che per primo pare abbia suggerito la relazione tra Alicudi e l’intossicazione da segale cornuta. Tutto risolto, quindi?

In effetti, sembrerebbe di no…

Per gli scettici come me, che su questo scoglio ho avuto il privilegio di vivere, al riparo da internet, per l’ultimo anno e mezzo, l’unico motivo di sbalordimento è come una congettura fantasiosa possa essere stata presa così seriamente. Questo libro nasce da una serie di riflessioni su quest’ultimo fatto, oltre che dalla volontà di passare al vaglio l’ipotesi dell’epidemia di segale cornuta ad Alicudi e di mettere nell’ordine che gli spetta ciò che è e ciò che non è legittimo supporre a riguardo.


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