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Cosa fa l’Europa per proteggere chi svela i segreti dei potenti

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Una puntata del notiziario video Europa Settegiorni, proposta su Internazionale, analizza le ragioni che spingono i cosiddetti whistleblower a denunciare scandali e violazioni varie. Inoltre nel breve documentario si affronta anche il tema della legislazione europea finalizzata alla tutela degli informatori. Un riassunto del video è presente anche sul sito della Treccani.

Per quanto spesso si associ questo fenomeno agli Stati Uniti, in realtà molti casi del genere si sono svolti anche nei paesi europei. Secondo Denis Robert, il giornalista francese che ha scoperchiato l’affare Clearstream, le ragioni che possono muovere i whistleblower a rivelare quello che sanno sono convinzioni politiche e morali, sete di vendetta, o fedeltà ad amici o partner. La UE, con la direttiva 1937 del 2019, ha imposto a tutti i paesi membri di implementare un quadro legislativo che incentivi questo comportamento: in tutte le grandi aziende ci devono essere canali di denuncia, interni ed esterni, e la sicurezza dei whistleblower dev’essere garantita. Attualmente tutti i paesi UE hanno promulgato leggi per applicare la direttiva (l’ultimo è stato la Polonia, nel 2024), ma ci sono comunque molte differenze fra i regolamenti sul tema nei vari paesi, per esempio sul tema del risarcimento per i dipendenti mobbizzati o licenziati in seguito alle loro denunce (qua una sintesi della legge italiana, che vieta espressamente il licenziamento o la mancanza di assunzione come ripicca da parte delle aziende).


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