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Dalla vita spericolata ad un pub cristiano: la storia di Giuseppe Perricone

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Stefano Lorenzetto sul Corriere della Sera intervista Giuseppe Perricone. Perricone afferma di essere stato posseduto dal diavolo per anni prima di redimersi e aprire un pub cristiano.

La vita di Giuseppe Perricone è stata molto difficile, segnata da abusi sessuali, un padre violento e consumo di droghe.

Violentato da una ragazzina a 8 anni, picchiato a sangue dal padre: «Tentai di ucciderlo. E feci un patto col diavolo». «Usavo cocaina, amfetamine, acidi, crack. Belzebù mi ordinò: distruggi le famiglie». «Mogli e fidanzate non mi resistevano»

Ma oggi giura che più il diavolo pervadeva la sua vita e più avvertiva la presenza di quel Dio che lo scampò da un aborto nel grembo materno: «È Lui che per due volte mi ha fermato la mano quando stavo per conficcare un coltello nel petto di mio padre mentre dormiva. È Lui che mi ha impedito di finire crivellato dai colpi di otto killer mandati da un boss mafioso. È Lui che ha spezzato la corda alla quale mi ero appeso per impiccarmi. È Lui che mi ha strappato dalla schiavitù di cocaina, amfetamine, funghi allucinogeni, acidi, crack, eros, gioco d’azzardo». L’odissea di Perricone cominciò con un imprinting sconcertante: «A Bruxelles fui violentato nei bagni della scuola, a 8 anni, da una ragazzina di origini marocchine che ne aveva 7 più di me».

La nuova fede ha permesso a Perricone di perdonare le persone che gli hanno fatto del male in passato.

E lei ha perdonato suo padre?
«Un anno dopo essermi liberato da Satana, abbiamo ricevuto insieme il battesimo per immersione nella stessa vasca, quella della chiesa Parola della Grazia di Palermo, officiante il pastore Lirio Porrello. Oggi amo mio padre. Lui ha perdonato me, io ho perdonato lui. Ha 80 anni. Provo tenerezza per la sua fragilità».


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