The Conversation valuta in un articolo il ruolo della filosofia nella nascita e nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.OpenAI prevede che l’AI supererà le capacità umane entro questo decennio e sta lavorando per allineare il comportamento di tali sistemi AI ai valori umani. L’articolo sottolinea come la filosofia abbia contribuito significativamente allo sviluppo dell’AI, dalle prime teorie logiche ai modelli di linguaggio attuali.
Una delle prime storie di successo dell’intelligenza artificiale è stata un programma per computer del 1956, soprannominato il Teorico della Logica, creato da Allen Newell e Herbert Simon. Il suo compito era quello di dimostrare i teoremi utilizzando le proposizioni dei Principia Mathematica, un’opera in tre volumi del 1910 dei filosofi Alfred North Whitehead e Bertrand Russell, con l’obiettivo di ricostruire tutta la matematica su un unico fondamento logico.
Ma anche nella contemporaneità la filosofia dovrebbe avere un ruolo: questioni come la coscienza e la creatività dell’AI sono profondamente filosofiche e richiedono ulteriori esplorazioni, mentre l’allineamento dell’AI ai valori umani è un problema sociale che richiede l’input di filosofi, scienziati sociali, avvocati, politici e cittadini.
Ma la filosofia contemporanea, e non solo la sua storia, è rilevante per l’IA e il suo sviluppo. Un LLM è in grado di comprendere veramente il linguaggio che elabora? Potrebbe raggiungere la coscienza? Queste sono domande profondamente filosofiche. La scienza non è stata finora in grado di spiegare completamente come la coscienza nasca dalle cellule del cervello umano. Alcuni filosofi credono addirittura che questo sia un “problema così difficile” che va oltre l’ambito della scienza e potrebbe richiedere un aiuto della filosofia.
Ma anche l’AI potrebbe influenzare la filosofia stessa:
Infine, chiediamoci brevemente: in che modo l’IA influenzerà la filosofia? La logica formale in filosofia risale in realtà all’opera di Aristotele nell’antichità. Nel 17 ° secolo il filosofo tedesco Gottfried Leibniz suggerì che un giorno potremmo avere un “calculus ratiocinator” – una macchina calcolatrice che ci aiuterebbe a ricavare risposte a domande filosofiche e scientifiche in modo quasi oracolare.


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