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Cercapersone, cipolle pelate e telefonate dall’ONU

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Alessandra Libutti su inoltre.it tesse le lodi dell’operazione israeliana contro Hezbollah.

Alessandra Libutti è una giornalista che in passato ha scritto di cinema e pubblicato un romanzo; oggi si interessa di temi di politica internazionale (la guerra in Ucraina, le tensioni mediorientali, Taiwan, etc.). Nella sua opinione la decapitazione di Hezbollah è un «capolavor[o] di arte strategica» che merita di essere lodato e anche ammirato non solo da un punto di vista militare.

Di solito, un’operazione del genere richiederebbe migliaia di vite e una guerra aperta. Ma Israele no, lo fa con l’eleganza di chi ti fa esplodere nelle mani i cercapersone, quelli che Hezbollah pensava fossero il metodo di comunicazione più sicuro. Paf! In poche ore, migliaia di terroristi sono neutralizzati. Una scena degna del miglior film di spionaggio, dove gli sceneggiatori di Hollywood si inchinano di fronte all’originalità dell’operazione.

Per Libutti l’operazione è notevole pure mediaticamente, rispetto alla politica mondiale. Il come e il quando dell’assassinio di Nasrallah ha assestato uno schiaffo in mondovisione all’ONU, organizzazione che Libutti biasima:

E qui viene il colpo di teatro. Mentre all’ONU, tanti delegati indignati abbandonano l’aula al discorso di Netanyahu, lui si prende una piccola pausa, fa un paio di telefonate e ordina l’attacco finale contro Nasrallah. La cipolla è completamente sbucciata: Nasrallah, l’indomabile, non c’è più. Lo smacco all’ONU è plateale, ma più che spiegarlo, basta osservarlo. Quell’assemblea, ormai un conglomerato di corruzione e strumento di legittimazione per regimi, assiste impotente alla più grande umiliazione politica della sua storia.

Israele quindi ha dimostrato una potenza che va oltre all’arsenale bellico, seminando diffidenza tra i nemici e sconforto tra chi, anche nel mondo occidentale, li sostiene.

Libutti conclude esprimendo sostegno ad Israele. Questa approvazione va al di là delle categorie politiche o etiche e assume, nell’ammirazione della scrittrice, dei connotati di affinità estetica:

A questo punto, innanzi a tanta dimostrazione di intelligenza, non ci si può che inchinare. In fondo, essere filo-israeliani è anche questo: credere che, alla resa dei conti, non vinca solo la forza, ma la materia grigia. E diciamocelo: quando si osservano operazioni così raffinate, dove ogni dettaglio è stato previsto, analizzato e sfruttato per colpire con precisione millimetrica, si capisce che l’intelligenza vince sempre, anche quando hai tutto il mondo contro.


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