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Formiche e funghi

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L’articolo di Francesca Boccaletto pubblicato su Il Bo Live UniPD indaga la prolungata coevoluzione di formiche e funghi, iniziata 66 milioni di anni fa con la caduta dell’asteroide che portò a estinzioni di massa sulla terra.
Le formiche hanno sviluppato sofisticate tecniche di coltivazione fungina, instaurando una simbiosi che ha favorito la prosperità di entrambe le specie. La ricerca, effettuata dal National Museum of Natural History dello Smithsonian, ha esaminato un ampio database genetico per mappare la storia evolutiva di questa associazione. In particolare, le formiche tagliafoglie hanno affinato la coltivazione fungina, impiegando pezzi di foglie e fiori per alimentare le proprie colonie. Questa mutua dipendenza è ritenuta una delle simbiosi più efficaci mai registrate.

Un gruppo internazionale, guidato dagli scienziati dal National Museum of Natural History dello Smithsonian di Washington DC, ha analizzato un vasto database genetico riuscendo a determinare la cronologia evolutiva dell’attività agricola avviata dalle formiche, individuando l’origine della coltivazione dei funghi ed evidenziando come alcune colture fungine siano diventate, nel tempo, dipendenti dalle formiche stesse. Nello studio The coevolution of fungus-ant agriculture, pubblicato su Science, sono stati analizzati i dati di centinaia di specie di funghi e formiche con l’obiettivo di definire alberi evolutivi dettagliati. La relazione tra formiche e funghi inizia 66 milioni di anni fa con la caduta di un asteroide sulla Terra (nella regione dello Yucatan, in Messico): l’impatto causò un’estinzione di massa globale determinando però le condizioni ideali per la proliferazione dei funghi. Colonie di formiche iniziarono a coltivarli dando vita a un sodalizio evolutivo diventato ancora più stretto 27 milioni di anni fa (e che continua ancora oggi). “Rivelando queste e altre importanti transizioni nella coevoluzione funghi-formiche – spiegano i ricercatori -, i nostri risultati chiariscono i processi storici che hanno plasmato un sistema-modello per l’agricoltura non umana”.


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