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I trent’anni del Lago dei cigni di Matthew Bourne

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A trent’anni dalla prima rappresentazione, e dopo sei anni dall’ultima volta che è andata in scena, il famoso balletto “Swan Lake” di Matthew Bourne tornerà in teatro, in una tournée che si concluderà al Theatre Royal di Glasgow a Giugno 2025.

Ne parlano The Guardian e BBC.com in due lunghi articoli che raccontano le interviste che il regista e coreografo ha rilasciato per l’occasione.

Anche chi non si intende di balletto probabilmente conosce “Il Lago dei Cigni”, famosa opera di Tchaikovsky, le cui musiche sono diventate iconiche.

Nell’opera originale i cigni sono sempre interpretati da ballerine e, durante l’intervista, Matthew Bourne, che ammette di amare da sempre l’opera originale, ricorda:

“E mi sono chiesto: perché i cigni sono femmine? In fondo ci sono anche i cigni maschi”.

Quando gli si presentò l’occasione, nel 1995, non se la lasciò sfuggire: decise di mettere in scena la sua opera facendo interpretare i cigni a ballerini maschi, compresi il protagonista che interpreta “il Cigno/lo Straniero” ed il Principe.

L’impatto fu enorme. Nell’intervista Bourne ricorda la notte della prima:

“Ero terrorizzato, davvero terrorizzato. Era uno di quei momenti in cui senti che le gambe stanno per cedere. Non riuscivo a parlare. Era pieno di gente e ovunque guardassi c’era un volto famoso del mondo della danza…” Il pubblico, dice, era impreparato a ciò che lo aspettava, e qui sta una parte importante del suo successo. “Nessuno poteva immaginare l’aspetto di un cigno maschio. Credo che tutti pensassero che sarebbero entrati in scena in tutù. Quando Adam [Cooper, che ha danzato il Cigno/lo Straniero] ha fatto il suo primo ingresso e si è visto un cigno… non erano pronti. Credo che dopo avremmo potuto fare qualsiasi cosa e loro avrebbero accettato. Erano così eccitati: la spaventosità e la bellezza. Era lo shock del nuovo, e non era quello che mi aspettavo. E poi, nell’intervallo, sono usciti a parlare tra di loro e hanno deciso che gli piaceva, lo si poteva percepire”.

A parte il rovesciamento della classica rappresentazione di Tchaikovsky, a colpire il pubblico fu il costume scelto per rappresentare i cigni maschi, opera dello scenografo e costumista Lez Brotherston, con cui Bourne collabora da sempre. Decisero di cercare un modo semplice e lineare per ispirare a chi guardava l’idea che i ballerini interpretassero dei cigni maschi. Brotherston racconta come arrivarono alla decisione finale per il costume:

Allora ho pensato: “Ok, stiamo parlando di cigni maschi, quindi saranno sicuramente in topless, e presumo che i piedi nudi siano meglio di una scarpa da jazz”. Quindi si trattava di chiedersi: che tipo di pantaloncini indossano? Matthew aveva una foto di una ballerina indiana con dei pantaloni con delle frange, così ho fatto un prototipo su questa falsariga, con dei pantaloni con delle frange. Alla fine, le frange erano di seta, perché quando la lavi diventa una specie di dreadlocks”.

Il lago dei cigni di Bourne ha cambiato per sempre il mondo del balletto: il film di Stephen Daldry candidato agli Oscar nel 2000, Billy Elliot, si chiude con Billy, ormai adulto e ballerino affermato, che sta per entrare in scena ad interpretare il Cigno. L’interprete di Billy adulto è Adam Cooper, che nel 1995 era primo ballerino del Royal Ballet e anche primo interprete del Cigno nel lavoro di Bourne. Sempre Brotherston dice nell’intervista a The Guardian:

alcuni ballerini piangono la prima volta che indossano le loro gambe di cigno piumate

[…]

“Accidenti, penso: un disegno che probabilmente mi ha richiesto mezz’ora di lavoro… e indossarli è un rito di passaggio per i ballerini”


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