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Una missione spaziale storica si propone di studiare la corona solare usando due satelliti accoppiati

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Il Guardian descrive la missione spaziale Proba-3 dell’ESA, destinata a studiare la corona solare.

Proba-3 stack separating

Lo studio della corona solare è reso difficile perché in condizioni normali di osservazione è difficile distinguerla dal resto della massa solare. Le uniche occasioni in cui si può osservare separatamente sono le eclissi di sole, che sono piuttosto rare e durano pochi minuti in una singola area geografica.

Esistono dei telescopi specializzati, detti coronografi, che occultano artificialmente il disco solare con uno schermo. Il problema è che a causa della diffrazione non si può usare uno schermo che occulti solo il Sole, devi farlo un pochino più grande. Ma così non vedi la parte di corona più vicina al Sole. La soluzione è di allontanare lo schermo solare ma sorgono problemi di dimensioni. L’idea degli astrofisici è quella di mettere in orbita una coppia di satelliti di cui uno ha sensori ottici, e l’altro porta uno schermo destinato a fare ombra sul sole in modo che i sensori del primo possano captare solo i segnali della corona.

I due satelliti lavoreranno a 150 metri di distanza uno dall’altro, e potranno operare ogni anno 50 eclissi artificiali, ciascuna della durata di sei ore.

By better understanding the corona, scientists hope to improve their predictions of solar weather, coronal mass ejections – where pulses of plasma and magnetic field burst into space – and solar storms, which can damage spacecraft and cause power outages and communications blackouts on Earth

Oltre all’obiettivo primario dello studio della corona solare, un obiettivo secondario è piuttosto pratico: verificare la fattibilità di poter operare su formazioni di satelliti.

If we would be able to have several satellites close to each other in an absolute, accurate, precise formation, we would be able to assemble larger instruments that are composed out of several satellites… We all know that the launchers have been increasing in their power and the masses that they can bring into space,” said Pilz, in reference to the heavy payloads carried by modern rockets. “But no matter what you do, there’s always a limit”.

Naturalmente c’è una pagina sul sito dell’ESA dove viene descritto il primo tentativo nel 1975 di realizzare un coronografo nello spazio usando due veicoli separati. Fu un esperimento condotto durante la missione congiunta Apollo-Soyuz dove il telecopio stava sulla Soyuz e l’Apollo fece da schermo. Diciamo che i risultati non furono esaltanti

 

La sonda verrà utilizzata anche per ricerche sul vento solare e sulle fasce di Van Allen ed è stata lanciata con successo il 5 dicembre 2024.

 

 

 

 

 


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