Un team guidato dalla professoressa Heidi Newberg del Rensselaer Polytechnic Institute ha proposto un’innovazione nella progettazione dei telescopi: l’uso di uno specchio rettangolare lungo e sottile (circa 1 metro per 20 metri) al posto del tradizionale specchio rotondo. Se ne parla su SCIENZE NOTIZIΣ.

Progetto concettuale di un telescopio spaziale rettangolare, modellato sulla base di DICER e JWST. Lo specchio primario è composto da venti segmenti di specchio in berillio da 1 m × 1 m ciascuno. Scalando dal JWST, lo specchio secondario misura 1 m × 2,3 m ed è dispiegato a circa 23 m di distanza e disallineato rispetto allo specchio primario. Lo schermo solare è progettato per consentire osservazioni in tutte le direzioni del cielo, anche se gli angoli di posizione dello specchio saranno limitati nelle direzioni che formano angoli ampi rispetto al punto antisolare. Immagine e didascalia presa dall’articolo originale su su Frontiers in Astronomy and Space Sciences
Secondo la professoressa Newberg, esiste un percorso più semplice che rientra nei limiti delle attuali capacità ingegneristiche: sostituire lo specchio rotondo con uno rettangolare di dimensioni circa 1 metro per 20 metri, operante alla stessa lunghezza d’onda di 10 micron del JWST. Secondo la professoressa Newberg, l’asse lungo di questo specchio fornisce il potere risolutivo cruciale di 20 metri in una direzione, sufficiente per separare un pianeta dalla sua stella a 30 anni luce.
L’idea è che poi il telescopio ruoti in modo da coprire le altre direzioni.
L’ispirazione è venuta studiando le caratteristiche dei Dittoscopi (Ditto, 2003 altro link)
Il Dittoscopio è un concetto di telescopio/spettroscopio sviluppato dall’artista e inventore Thomas D. Ditto, che utilizza una grande superficie a griglie di diffrazione invece di specchi parabolici per raccogliere e focalizzare la luce. Questo design offre potenziali vantaggi per la costruzione di telescopi spaziali molto grandi a basso costo, poiché utilizza ottiche piatte che possono essere lanciate come rotoli di plastica e dispiegate in grandi dimensioni in orbita, e potrebbe essere ideale per la spettroscopia e la ricerca di esopianeti. Vedere l’articolo su Space.com o questo articolo caricato da Ditto stesso su ResearchGate.
Articolo originale pubblicato su Frontiers in Astronomy and Space Sciences.



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