un sito di notizie, fatto dai commentatori

“Rapporti Italia-Palestina”: Cosa è cambiato? [EN]

0 commenti

Un vecchio articolo di Mjriam Abu Samra, pubblicato sul sito Jadaliyya.com, parla delle relazioni Italia-Palestina negli anni e lo sviluppo dei movimenti di protesta giovanili.

L’autrice traccia una storia in tre fasi: un periodo di forte impegno e solidarietà (anni 1960–1980), un declino progressivo dopo la fine della Guerra Fredda e gli accordi di Oslo (anni 1990) e una recente parziale riattivazione della società civile e dei giovani palestinesi in Italia.

While the 1950s and 1960s saw merely timid attempts to pursue a proactive role in the Arab-Israeli question, during the 1970s Italy swerved to a more consistently pro-Palestinian stance. Italy, led by then-Prime Minister Aldo Moro, promoted a number of initiatives for the Palestinian cause.

Nel dopoguerra l’Italia cercò di giocare un ruolo di ponte nel Mediterraneo e, soprattutto negli anni 1970–80, mostrò aperture significative verso la causa palestinese, inclusa la presenza ufficiale della PLO in Italia dal 1974 e il sostegno alla Dichiarazione di Venezia.

Secondo l’articolo, il cambiamento è dovuto a due fattori principali: la trasformazione politica e culturale italiana verso il neoliberismo e l’integrazione nell’orbita atlantica dopo la Guerra Fredda; e la trasformazione interna palestinese, con la transizione dell’OLP da movimento rivoluzionario a struttura burocratica e diplomatica sancita dagli accordi di Oslo, che ha indebolito il ruolo delle organizzazioni popolari nella diaspora. Questi elementi hanno reso l’Italia più incline a rafforzare legami economici e strategici con Israele e a recepire narrazioni securitarie e orientaliste dopo l’11 settembre.

Starting in the late 1980s, Italian political support for the Palestinians underwent a gradual but consistent shift. Indeed, by now Italy is one of the closest European “friends” of Israel. There are two main factors behind this political repositioning. One is Italy’s political and social transformation—the long process of cultural, economic and political “integration” into globalised neoliberal policies ,tied tightly to a neo-imperial agenda, which has brought about a radical reconsideration of Italian foreign affairs.

L’articolo sottolinea che la comunità palestinese in Italia è stata per decenni un motore di solidarietà: studenti organizzati (GUPS), legami con movimenti studenteschi e forze di sinistra, e intensa attività culturale e informativa negli anni 1970–80. Tuttavia, la perdita di coesione dopo il 1982 (esilio da Beirut) e soprattutto dopo Oslo ha portato a una frammentazione che ha indebolito la capacità di mobilitazione e di influenza politica in Italia.

L’autrice conclude che la rottura non è irreversibile: la ricomposizione dell’attivismo palestinese in Italia, unita a una maggiore sensibilità pubblica su crimini e diritti, può riequilibrare il rapporto. Tuttavia, il recupero richiede strategie politiche e culturali che affrontino la frammentazione interna palestinese e la pressione delle scelte geopolitiche italiane ed europee.


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.