A cura di @Luis K.
Domenica si è votato in 5 distretti federali, una tornata elettore che ha interessato circa il 20% degli Argentini; è l’ultima grande votazione prima delle Primarie nazionali del 9 agosto. (I dati riportati si riferiscono a lunedì mattina)
A Córdoba, secondo distretto del Paese che vota a turno unico, con il 97,23 % delle schede scrutinate il peronismo tradizionale di “Unión Por Córdoba” che sostiene l’ex-governatore Juan Schiaretti è in vantaggio con il 39,86% sul deputato Oscar Aguad dell’alleanza tra radicali e centrodestra “Juntos por Córdoba” fermo al 33,78%.
Il candidato della coalizione kirchnerista “Córdoba Podemos” Eduardo Accastello è il grande sconfitto con il 17,2% dei voti: Accastello, vicino a Daniel Scioli, avrebbe voluto relegare la coalizione UCR-PRO in terza posizione con uno schema simile a quello avvenuto a Neuquén dove il Peronismo vinse ma furono i K. a contendere il primo posto con loro.
Il governatore uscente José Manuel de la Sota, a cui Schiaretti fa riferimento, è candidato alle PASO insieme a Sergio Massa.
Città di Buenos Aires, primo turno per la Capitale della Nazione: con lo spoglio arrivato al 98,48%, il candidato di Proposta Repubblicana, Hector Rodríguez Larreta, riesce a confermare buona parte dei voti del centrodestra alle primarie con il 45,51%.
I candidati di Energia Cittadina Organizzata (centrosinistra) e del Fronte per la Vittoria, Martin Lousteau e Mariano Recalde, riescono non solo a riconfermare i voti delle primarie ma addirittura ad avanzare, avendo ottenuto rispettivamente il 25,50% e il 21,93%.
Duro colpo per la Casa Rosada che si era mobilitata per sostenere il candidato di bandiera: Recalde infatti proviene dalla Campora, l’alleato più fedele alla linea politica di Cristina Fernandez.
Saranno dunque Larreta e Lousteau ad accedere al ballottaggio previsto per il 19 luglio.
La Rioja, turno unico per la piccola provincia del Nord, tradizionalmente peronista. Il governatore Luis Beder Herrera aveva ottenuto il permesso dalla Casa Rosada di non rispettare il calendario federale per poter regalare al “oficialismo” una vittoria sicura per questa difficile tornata elettorale.
La strategia sembra essere stata ricompensata, infatti con il 97,12% delle schede scrutinate, il delfino di Beder Herrara, Sergio Casas, ha ottenuto il 57% dei voti validi, anche se si è ritrovato con un’opposizione più tonica del solito.
Il candidato di “Fuerza Cívica Riojana“, il radicale Julio Martinez, appoggiato inoltre da Proposta Repubblicana, Fronte Rinnovatore e i partiti di centrosinistra, ha ottenuto il 40% dei voti; La Rioja veniva indicata come una delle provincie che potevano passare all’opposizione quest’anno.
Corrientes, vota per le elezioni legislative locali. Encuentro por Corrientes, l’alleanza che appoggia il governatore radicale Riccardo Colombi (una volta vicino alla Casa Rosada), alla fine ha fatto suo il banco con il 49,3% dei voti staccando nettamente il Fronte per la Vittoria fermo al 34,5%. Ci si aspettava un testa a testa come quelle avvenuto nel 2013, dove il FPV era ancora al 42%.
La Pampa, elezioni interne al Peronismo dove ha votato il 30% degli elettori: il candidato del giustizialismo tradizionale, il senatore Carlos Verna, ha battuto il candidato del Kirchnerismo, Fabian Bruna, 56,26% a 43,74%.
L’opposizione non andava alle primarie perché secondo le leggi locali sono esclusi i partiti/alleanze che presentano un solo candidato.
Immagine da Wikimedia Commons.
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