Su suggerimento di @Mambombuti.
Il lacanismo è ormai al crepuscolo per quanto riguarda l’impiego come forma di terapia (mentre gode ancora di una certa fortuna tra filosofi e critici letterari). Del resto la psicoanalisi lacaniana è praticamente l’unica forma di psicoterapia della quale non esiste ad oggi alcuno studio che ne dimostri l’efficacia.
Qualche anno fa, un noto fisico franco-americano, Alan Sokal, ebbe una curiosa illuminazione. Infastidito dalla lettura di Lacan e dei suoi epigoni, il cui esoterismo tecnico scrittoriale rendeva un’impresa degna di Sisifo finire ogni singola pagina, si chiese semplicemente: “E se mi stessero prendendo in giro?”. Sokal volle mettere alla prova questa idea e scrisse un testo intenzionalmente privo di senso ma carico di espressioni intricate e citazioni di autori oscuri. Lo intitolò in modo roboante “Per un’ermeneutica quantistica del testo letterario”. Lo inviò poi a “Social Text”, una rivista piuttosto illustre, che lo pubblicò senza particolari resistenze. Dopo l’uscita, però, qualcuno avrebbe ben potuto avanzare qualche dubbio sul senso dello scritto, ma nulla successe…”Anche se qualcosa cominciava a “stuzzicare”.
Immagine via Wikimedia Commons
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