Su suggerimento di @NS3.
All’inizio di quest’anno Londra ha superato il suo massimo storico di popolazione con 8,6 milioni di abitanti, raggiunto all’inizio del secondo conflitto mondiale in controtendenza rispetto di molte città europee e nordamericane che risultano in stagnazione, e si prevede che ospiterà un milione di persone in più entro il 2030.
Nel 1950, il villaggio di pescatori di Shenzhen, nel sud-est della Cina aveva 3.148 abitanti. Entro il 2025, l’ONU prevede che il numero supererà i 12 milioni.
Questi fenomeni di crescita demografica sono legati all’urbanizzazione che è a sua volta è strettamente legata allo sviluppo economico. I diversi sviluppi economici hanno quindi determinato una distribuzione irregolare dell’urbanizzazione in tutto il mondo. Europa, Sud e Nord America risultano ancora i luoghi più urbanizzati (73%, 83%), mentre Africa (40%) e Asia (48%) sono le regioni in cui si prevede una crescita esponenziale nei prossimi decenni, un effetto combinato di un aumento del tasso di natalità e le migrazioni.
Il Guardian tratta l’argomento in un interessante articolo basato sullo studio “Urban Age is a worldwide investigation into the future of cities“, organizzato da LSE Cities e Deutsche Bank’s Alfred Herrhausen Society.
Immagine by Scott Wilkinson [CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons
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