Su suggerimento di @Coco B. Ware e @H_aut
#Saudi announced a global Islamic Alliance to combat terrorism globally, with its center based in Riyadh. pic.twitter.com/rO6ZLdlXLG
— Yemen Updates (@yemen_updates) December 14, 2015
Dopo i successi ottenuti all’ONU, Ryad continua ad estendere la sua azione diplomatica: nella notte tra lunedì 14 e martedì 15 dicembre l’agenzia di stampa SPA dell’Arabia Saudita ha annunciato la nascita di una coalizione per combattere ISIS. Dell’alleanza militare faranno parte 34 stati, per lo più musulmani (sunniti) più qualche nazione africana: di seguito quanto riportato sul sito dell’SPA:
The countries participating in the alliance along with the Kingdom of Saudi Arabia are: Jordan, United Arab Emirates, Pakistan, Bahrain, Bangladesh, Benin, Turkey, Chad, Togo, Tunisia, Djibouti, Senegal, Sudan, Sierra Leone, Somalia, Gabon, Guinea, Palestine, Comoros, Qatar, Cote d’Ivoire, Kuwait, Lebanon, Libya, Maldives, Mali, Malaysia, Egypt, Morocco, Mauritania, Niger, Nigeria, Yemen.
More than ten other Islamic countries have expressed their support for this alliance and will take the necessary measures in this regard, including Indonesia.
Ma la coalizione anti-terrorismo non è l’unica notizia che in questi giorni arriva dall’Arabia Saudita che, custode fedele dell’ortodossia islamica, ha concesso alle donne di candidarsi e di votare per entrare nei consigli comunali. Internazionale riporta una breve testimonianza di Salma bent Hizab al Oteibi, una delle donne elette nelle consultazioni dell’11 dicembre
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