Su suggerimento di @cocomeraio e @Oppenheimer_ia.
Con qualche forzatura Fabio Pavesi sul Sole24 ore evidenzia come, nel corso degli anni e anche recentemente, la “rigorosa” Germania per evitare il fallimento di alcune delle proprie banche, abbia impiegato notevoli quantità di denaro pubblico, in modo diretto o attraverso garanzie.
Si tratta di banche controllate dai land o dai comuni, non sottoposte alla vigilanza di Francoforte (dove hanno sede la BCE e la Bundesbank), istituti scarsamente capitalizzati che hanno fortemente subito la crisi post 2008. Oltre un terzo del sistema del credito della più grande economia dell’Eurozona è di fatto in mano pubblica ma questo non ha certo favorito la trasparenza, in particolar modo le Sparkasse (piccole banche che però erogano fondi per 1700 miliardi di euro) non hanno l’obbligo di contabilizzare i crediti dubbi.
L’autore conclude con “Che fortuna per le banche tedesche, essere tedesche.”
Ad integrazione @Oppenheimer_ia suggerisce questo vecchio articolo del 2011 del Corriere della Sera che spiega perchè “la Germania” riesca a creare leggi ad personam, anzi, ad nationem.
Immagine by GeorgHH (Own work) [Public domain], via Wiki7media Commons
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