Su suggerimento di @Lowresolution,
Il nuovo Codice degli Appalti approvato ad Aprile doveva essere lo “sblocca Italia”, il testo che finalmente avrebbe sbloccato e rilanciato le opere pubbliche nel Paese. Invece ne è diventato la pietra tombale. Come spiega un lungo articolo su Le Formiche il numero delle gare bandite dalle pubbliche amministrazioni è diminuito di quasi il 27% rispetto ad un anno fa, mentre il loro valore addirittura del 75%.
Rincara la dose un altro lungo articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere, che racconta come il testo sia devastato da ben 181 errori per 220 articoli. Una galleria di errori di ogni tipo: punteggiatura sbagliata, errori ortografici e di battitura e rimandi a leggi e commi errati. Un disastro che rende alcune parti del testo incomprensibili e inapplicabili. La Gazzetta Ufficiale ha già pubblicato un avviso di rettifica, dall’effetto tragicomico.
Nel frattempo al tavolo di lavoro sul nuovo Codice Appalti e le politiche urbane, promosso dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio con l’assemblea nazionale dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), si parla di una fase transitoria del nuovo Codice degli appalti per superare le difficoltà del settore nell’applicazione della nuova normativa.
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