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Dal 9 all’11 ottobre di quest’anno Angela Merkel ha incontrato i presidenti di quattro dei cinque paesi africani coinvolti nei nuovi accordi tra l’Unione europea e i governi africani: Nigeria, Niger, Senegal, Mali ed Etiopia.
Questo articolo affronta le soluzioni che si vogliono adottare per ridurre i flussi di migranti in arrivo in Europa.
Quello di Angela Merkel è stato un viaggio importante, indipendentemente dai suoi risultati: era, infatti, la prima volta per un capo del governo tedesco in Niger e Mali. A Bamako, prima tappa del tour africano, la cancelliera ha fatto visita agli oltre cinquecento soldati tedeschi impegnati all’interno della Minusma, la missione delle Nazioni Unite dispiegata nel paese, nel tentativo di sostenere il governo maliano nel contrasto ai gruppi jihadisti presenti nel Nord. In Etiopia, ultima tappa del viaggio, la Merkel ha incontrato il primo ministro Hailemariam Dessalegn, invocando la fine delle violenze nell’Oromia, e inaugurando un nuovo complesso dell’Unione africana, intitolato allo storico presidente tanzaniano Julius Nyerere.
La notizia ha suscitato delle critiche, molto simili a quelle dell’accordo con la Turchia, evidenziate in quest’articolo del Wall Street Journal uscito prima della partenza.
Immagine di Kleinschmidt / MSC, CC BY 3.0 de, da Wikimedia Commons
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