A cura di @Festina lente
La Duma ha approvato in prima lettura una legge che depenalizza la violenza domestica. Ce ne parla il Moscow Times, mentre Leonid Bershidsky sul suo blog spiega le ragioni culturali e politiche di questa scelta.
Con 368 voti a favore, uno contrario, ed un astenuto, legge approvata prevede la depenalizzazione della violenza domestica. Se la legge sarà approvata in via definitiva, la violenza domestica sarà punita solo con una sanzione amministrativa, mentre sanzioni penali sono previste solo nei casi più gravi o se il fatto viene ripetuto più di una volta in un anno.
La legge sulla violenza domestica in Russia è dello scorso anno. Relatrice del nuovo testo è Yelena Mizulina, a cui già si deve la legge che vieta la “propaganda” omosessuale fra i minori.
Secondo statistiche del 2003, ogni anno in Russia 36,000 donne sono vittima di violenza domestica, ma mancano dati più recenti; l’abuso di alcolici ne è una delle cause principali. Secondo la BBC, stime basate su studi regionali indicano che ogni anno in Russia 14,000 donne muoiano vittime di violenza domestica.
Dunque la legge attuale sembra completare quella del 2016 approvata da Putin, che depenalizza le percosse quando non siano causa di danni fisici. La nuova legge ha il supporto dei gruppi ultra-conservatori russi. Secondo Brian Whitmore il testo sarebbe anche una reazione alla campagna di sensibilizzazione sul tema iniziata dalla blogger ucraina Nastya Melnychenko e diffusasi anche in Russia.
Leonid Bershidsky ci ricorda come l’uso di punizioni corporali nell’educazione dei figli sia parte della tradizione russa sin dai tempi del “Domostroi” (il testo del XVI secolo che ha fortemente influenzato l’etica familiare russa e che è ancora un punto di riferimento per gli ultra-conservatori). Secondo il giornalista, però, la decisione di rendere meno severa la legge sulla violenza domestica ha anche un significato politico, di presa di posizione nazionalista verso l’Occidente ed i suoi valori. (Si veda anche la recente segnalazione su hooki sulle restrizioni alla libertà di culto in Russia, restrizioni che non contemplano il Patriarcato Ortodosso di Mosca.)
Immagine da Wikimedia Commons
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