A cura di @Cris
Alberto Schiavone traccia per Il Tascabile un profilo della vita e delle opere del grande scrittore toscano Curzio Malaparte:
“Sono esiliato in Italia”: l’ostinazione con cui Malaparte tenta di difendersi nel dopoguerra per riabilitare la sua figura è il sudato emblema del suo rapporto con l’Italia. Un intellettuale ampio, uno dei pochi di caratura europea e mondiale che abbiamo posseduto, capace di usare il cinema, la letteratura, il teatro, la musica. Un talento sempre visto con sospetto. Non è mai stata accettata e digerita la sua adesione al regime, e il cambio di fronte susseguente, nel paese dei furbi per eccellenza, è comunque imperdonabile. Rifiuterà l’amnistia Togliatti per difendersi (e venire scagionato) da solo, servendosi anche della pesante testimonianza in suo favore proprio di Togliatti, che gli resterà sodale fino alla morte. Da Togliatti ricevette in dono, in punto di morte, la tessera del PCI. Ricevette la tessera del Partito Repubblicano, cui si sentiva molto vicino, e chissà quante altre. La Chiesa lo volle benedire, lui che aveva sul davanzale della finestra raffigurazioni di ogni dio.
Immagine da Wikimedia.
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