A cura di @NEOVIOLENCE (modificato).
Riccardo Celi su Linkiesta fa un bilancio dell’avventura Marchionne tra gli opposti estremismi delle due sponde d’Atlantico.
Concentrandosi sulla politica dell’auto italiana, Celi nota come il declino di Fiat sia solo continuato sotto Marchionne – traendo radici da ben più lontano e, allo stesso tempo, come le scelte del supermanager italocanadese abbiano avuto un ruolo nel lento stillicidio della casa torinese. Molti modelli non sono stati sostituiti neanche in periodi di boom dell’auto (nel 2007 si tocca il record storico di immatricolazioni in Italia), possibilmente per risparmiare risorse necessarie all’inoltrarsi nell’avventura americana. Celi avanza l’ipotesi che ciò sia dovuto a un iperrealismo di Marchionne, che si è reso conto di come la sua casa non avrebbe mai potuto competere veramente nel mondo, fra competitor storici e nuove insidie dall’Asia.
Immagine di apertura via WikiMedia
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