A cura di @f2a.
Giovanna Faggionato di Lettera 43 descrive la relazione Consob che ha portato alle accuse di falso in bilancio e manipolazione del mercato contro gli ex vertici del quotidiano.
Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori sono finite le attività di “co-marketing”, per cui il quotidiano di Confindustria vendeva pacchetti gonfiati a fronte di utenti fasulli, fornendo alle stesse società di marketing documentazione fittizia per ingannare i revisori contabili.
In particolare una società cardine nelle vicende truffaldine, la DiSource Ltd., fornisce uno spaccato del “capitalismo famigliare” di cui erano intrise le operazione: tra i soci e i referenti troviamo mogli o fratelli di Arioli (ex CFO), Biella (ex Customer Manager), Quintarelli (ex Direttore Area Digital). Gli stessi soci (o società a loro collegate) sono stati beneficiari di fatture emesse per prestazioni mai effettuate.
Queste documento sembra allargare il quadro criminale da “poche mele marce” ad un sistema a cui partecipavano vari livelli di management.
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