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28 Dicembre 1882: Buon compleanno, Arthur!

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A cura di NedCuttle21(Ulm)

Un articolo pubblicato sul blog Rudi Matematici di Le Scienze ripercorre la storia della dimostrazione della teoria della Relatività Generale ad opera dell’astrofisico britannico Arthur Eddington. Gli autori del pezzo propongono anche un racconto del primo storico tentativo di provarne la validità che vide impegnato in Crimea, cinque anni prima della missione di Eddington, precisamente nell’estate del 1914, il giovane astronomo tedesco Erwin Finlay-Freundlich, quando il rivoluzionario lavoro teorico di Albert Einstein non aveva ancora ricevuto una pubblicazione ufficiale. Lo scritto si apre con una profonda riflessione sulle modalità d’utilizzo, agli albori della civiltà, del fusto della pianta nota come canna e sull’importanza rivestita dalle sue caratteristiche geometriche nello sviluppo tecnologico di strumenti bellici come il cannone ma anche e soprattutto di dispositivi fondamentali per l’osservazione degli oggetti celesti come il telescopio.

“Professore, lei sarà una delle tre persone al mondo che capisce davvero la Relatività Generale… Non mi risponde? Suvvia, non faccia il modesto…”
“Al contrario: stavo pensando chi potesse essere la terza.”
(da un’intervista del 1919)

Le somiglianze sono davvero tante, quasi stupefacenti. La prima e più importante, almeno in italiano, sta proprio nel nome; ed è innegabile che le somiglianze etimologiche non siano altro che la sintesi di somiglianze più profonde, essenziali. Tutto parte dal termine “canna”, che è tanto antico quanto la storia dell’uomo: si arriva perfino agli assiro-babilonesi, che chiamavano “kanna” l’arbusto dotato di fusto alto e robusto che deve essere stato uno dei primi strumenti degli uomini primitivi. In fondo, è evidente: è uno splendido prolungamento dell’arto, utilissimo per esplorare nell’erba, nei luoghi potenzialmente pericolosi, nei nidi di animali; è robusto abbastanza per colpire, è lungo abbastanza da consentire a chi lo brandisce di mantenere una distanza di sicurezza dal pericolo, e infine è così perfettamente impugnabile e maneggevole che non serve poi una gran pratica per goderne subito i vantaggi.

Immagine: Rufino Uribe

 

 


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