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L’unicità di Napoli in un corto con la straordinaria voce di Renato Carpentieri

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Fame di Sud pubblica e recensisce il cortometraggio La fine del mondo, realizzato dagli studenti del Laboratorio di Nuove Tecnologie dell’Arte​ dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

“Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui […] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, […] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva, a tutta prima, una impressione stranissima, come di un’orchestra i cui strumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si esprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di una meravigliosa confusione.” Così scriveva nel 1950 Anna Maria Ortese ne “L’infanta sepolta” parlando di una città che le aveva rivelato la sua anima multiforme, intessuta di contraddizioni ma unica come può esserlo un grande affresco denso di contrasti chiaroscurali.

Immagine da Flickr photomontuoro.


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