In un’intervista a il Manifesto lo scrittore Paco Ignacio Taibo II racconta della sua amicizia con Luis Sepúlveda e del movimento di scrittori della “novela negra”
E c’era qualcosa di molto importante: non abbiamo dovuto chiedere scusa per essere di sinistra e per scrivere letteratura d’azione. Invece eravamo quel che eravamo, dicevamo quel che dicevamo, chi voleva ci leggeva e chi non leggeva non ci sopportava. Un gruppo di compagni che si vedeva con grande frequenza, chiacchierava molto, discuteva molto, ripercorreva le storie personali di ciascuno. Facemmo un programma per Arte che si chiamava «De la bandera roja a la novela negra». Così producevamo la letteratura cosiddetta di genere, la quale non era per niente di genere, ossia, era del genere chiamato letteratura.
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