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A cosa servono le idee sbagliate

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Il Tascabile pubblica un estratto del libro L’epoca delle idee cadute dal pero, “A cosa servono le idee sbagliate

L’estratto esplora il concetto di idee sbagliate e il loro ruolo nella società e nella scoperta scientifica. Gli autori, Edoardo Boncinelli, un genetista, e Antonello Calvaruso, un economista, discutono l’importanza delle idee sbagliate nel processo di apprendimento e nella comprensione della realtà.

Partendo dall’assunto che un mondo senza idee sbagliate non è mai esistito, gli autori sostengono che non sono le idee sbagliate in sé a comportare un danno, ma l’aumento della propensione a produrle e trasmetterle. Le idee sbagliate sono sempre esistite e continueranno ad esistere, a volte hanno anche portato a grandi scoperte.

Un esempio citato nell’articolo è quello di Cristoforo Colombo, che, nonostante avesse molte idee sbagliate, come le dimensioni della Terra, ha fatto una scoperta che ha rivoluzionato il nostro millennio. Questo esempio dimostra come le idee sbagliate possano a volte portare a risultati sorprendenti.

Gli autori sottolineano anche come molte delle nostre visioni, opinioni e certezze si fondano più che su idee sbagliate su idee ambigue, infondate, semplici da memorizzare. Queste idee si cementano nella nostra mente generando pensieri errati, come credere che tutte le sostanze naturali siano più sicure da mangiare e da bere, o che il sangue nelle arterie sia rosso e quello nelle vene blu.

In conclusione, l’articolo suggerisce che le idee sbagliate, o false, possono essere utili per la comprensione di un particolare momento storico. Queste idee ci aiutano a dare un senso al mondo che ci circonda e rappresentano la base su cui fondiamo la nostra comprensione della realtà e abilitiamo il nostro processo di apprendimento.

Dello stesso libro c’è un altro estratto su Linkiesta, “L’assurda diffusione di fake news, bufale e complottismi nell’epoca dell’informazione perpetua

Il libro indaga l’origine di molte congetture prive di fondamento scientifico, come il terrapiattismo, in un’epoca in cui l’accesso alla conoscenza è alla portata di tutti. Gli autori esplorano il fenomeno della diffusione di idee stravaganti e bislacche, che chiamano “idee balorde”, in un periodo in cui sappiamo molte cose e sembra facile informarsi su tutto.

Tuttavia, nonostante la quantità di conoscenze accertate che possediamo e l’alto livello di istruzione, ci troviamo di fronte a un’ignoranza imperante nella popolazione e all’attaccamento a un certo numero di idee sbagliate. Questi due problemi sono correlati ma distinti, e gli autori si concentrano principalmente sul secondo.

Una citazione significativa dall’articolo è: “Potremmo facilmente affermare che più cose si conoscono a livello collettivo, più cose è possibile non sapere, o sapere sbagliate, a livello individuale. Forse in questa formula è racchiuso il succo di una questione tipica della nostra epoca.” Questa riflessione mette in luce la contraddizione tra l’abbondanza di informazioni disponibili e la persistenza di idee infondate e errate nella società.


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