Julia Rosen su The Atlantic si chiede Che succederebbe se improvvisamente se le forniture di fosforo venissero interrotte relegando nuovamente l’umanità a fare affidamento alle riserve di fosforo di casa propria? E se la nostra liberazione dal ciclo geologico del fosforo fosse solo temporanea?
Recentemente Dana Cordell, della University of Technology di Sydney ha espresso la propria preoccupazione riguardo al fatto che stiamo consumando rapidamente le nostre riserve più ricche ed accessibili. La produzione statunitense di fosfato è scesa di circa il 50% dal 1980 e il paese, da più grande esportatore del mondo è diventato un importatore netto.
Secondo alcune stime la Cina, oggi il principale produttore, potrebbe avere solo poche decadi di scorte rimaste. E seconde le proiezioni correnti la produzione globale di minerali di fosfato potrebbe decrescere molto prima della fine del secolo. Si tratta di una minaccia esistenziale dice Cordell, essendo una gran parte della popolazione dipendente da quella fornitura di fosforo. Molto esperti comunque contestano queste predizioni paragonando il peak phosphorus al peak oil.
Semplicemente estrarre più minerali potrebbe non essere la soluzione ai nostri problemi: già oggi un agricoltore su sei non può permettersi fertilizzanti, e i prezzi del fosfato hanno già cominciato a salire. E per una tragica coincidenza della geologia i suoli tropicali necessitano di somministrazioni più consistenti del minerale essendo più efficienti nel sequestrare tale sostanza.
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