Su suggerimento di @Ander Elessedil
Sono passati quasi 10 anni dal devastante tsunami che il 26 dicembre 2004 colpì le coste dell’oceano Indiano. In questo lasso di tempo è stato approntato, grazie all’aiuto di donazioni internazionali, un sistema di allerta basato su sismografi e boe d’alto mare.
Il passaggio più delicato avviene ora con la presa in carico della gestione di questo sofisticato strumento da parte delle nazioni interessate, specialmente Australia, India e Indonesia, sia per quanto riguarda i costi sia per quello che attiene alla perfetta integrazione dell’allerta nei sistemi di protezione civile locali, dove spesso ciò che manca è “l’ultimo miglio”, cioè l’informazione non arriva tempestivamente nei villaggi più isolati.
Alcuni esempi negli ultimi 10 anni mostrano come dopo l’infrastruttura tecnica sia necessario costruire anche la cultura e la società in grado di sfruttarla al meglio.
Immagine tratta da Wikimedia
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