Su suggerimento di @Roberto Il Guiscardo, @Rehdon Lofgeornost, @Ebroin e @corrado (update 22/11 ore 17.45)
L’argomento delle Elezioni presidenziali USA è stato ampiamente trattato e dibattuto, soprattutto con molti approfondimenti sul vincitore, il magnate Donald Trump. Poichè le segnalazioni di analisi ed approfondimento proseguono, eccovi ancora una piccola rassegna di articoli su queste elezioni.
I primi due articoli cercano di capire quali siano le motivazioni economiche che hanno portato a questo risultato inatteso: un’intervista a Noam Chomsky, il famoso linguista e attivista politico, ed un altro articolo di Joan C. Williams pubblicato sull’Harvard Business Review, che prova a spiegare perché, al di là del sessismo e del razzismo espressi durante la campagna elettorale da Trump, la middle class americana si sia schierata con lui.
Infine Mark Lilla, storico delle idee e professore di humanities alla Columbia University, in questo editoriale sul “New York Times” individua nella cosiddetta “correttezza politica” una delle principali cause della vittoria di Trump:
In recent years American liberalism has slipped into a kind of moral panic about racial, gender and sexual identity that has distorted liberalism’s message and prevented it from becoming a unifying force capable of governing.
One of the many lessons of the recent presidential election campaign and its repugnant outcome is that the age of identity liberalism must be brought to an end.
L’editoriale, uscito il 18 novembre, è stato subito molto discusso e citato. I commenti dei lettori sul sito del “New York Times” sono diventati in breve migliaia. Una buona parte è negativa, compresi i più votati. Ecco un esempio:
This article is insulting to people who are not cisgendered, heterosexual white men. Identity is not something which can be quietly set aside in pursuit of common goals, since historically those goals were set by and for white men; women, people of color, members of the LGBT community are seeking to rebalance a society which both intentionally and unintentionally excluded their interests for centuries.
Update 22/11 ore 17.45: causa problema tecnico non abbiamo inserito anche l’articolo suggerito da @corrado: un post di Adam Scott, autore di Dilibert, che aveva “predetto” l’elezione di Trump e qui spiega perché avesse previsto ciò che nessuno (o quasi) pensava fosse possibile.
Immagine di Michael Vadon via Flickr, CC BY-SA 2.0
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