A cura di @Luis K.
Domenica si è votato in altre due province argentine. È il centrosinistra del FPCyS a far suo il banco vincendo a Santa Fe contro il centrodestra. Il Fronte per la Vittoria perde in entrambe ma con diversi distinguo.
Con lo spoglio preliminare arrivato al 95,45% a Santa Fe, il candidato socialista Miguel Lifschitz, del Fronte Progressista Civico e Sociale (FPCyS), è in vantaggio con il 30,69% contro il 30,58% dell candidato conservatore Miguel Del Sel, di Unión Pro-Federal.
Il candidato del Fronte Giustizialista per la Vittoria (nome che è crasi tra quelli del Partito Giustizialista tradizionale e del Fronte per la Vittoria) Omar Perotti si ferma a un passo dal miracolo con il 29,25%, più di 7 punti sopra il suo risultato delle primarie.
Nonostante lo stretto margine sembra improbabile che Del Sel riesca a colmare il divario col centrosinistra, infatti nelle grandi città di Rosario e Santa Fe, dove lo spoglio è più indietro, il candidato conservatore prende meno voti rispetto alla media nazionale; la sconfitta di Del Sel rappresenta un duro colpo per la campagna presidenziale di Mauricio Macrì.
Altri motivi per festeggiare che ha il FPCyS è il fatto che i suoi candidato hanno vinto in entrambe le grandi città, Rosario e Santa Fe, e la lista capeggiata dal governatore uscente Antonio Bonfatti alla Camera dei Deputati locale è prima con il 40,54% dei voti su base provinciale.
Chi non ha motivi per festeggiare, invece, è Sergio Massa: continua la lunga lista di deludenti risultati elettorali per il Fronte Rinnovatore che passa dal 7,71 delle primarie al 3,68% di oggi.
L’altra provincia che è andata al voto è Rio Negro dove si è affermato l’uscente Alberto Weretilneck, peronista dissidente, con il 52,71% contro il 33,95% del Fronte per la Vittoria.
Rio Negro rappresenta un duro colpo per il FPV: il candidato Miguel Angel Picchetto è capogruppo al Senato della Nazione, la Presidente Cristina Kirchner si è spesa personalmente per lui e durante la difficile tornata elettorale del 2013 il partito era ancora al 51%.
Nell’immagine, la fervente attività di propaganda elettorale per le elezioni di 102 anni fa [Public domain], via Wikimedia Commons
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