Su suggerimento di @Luis K.
L’alleanza di centrosinistra tra radicali, civici e socialisti che più di una volta aveva messo in discussione lo strapotere dei diarchi Kirchner oggi appare completamente polverizzata, ai minimi storici e a dir poco ininfluente per le sorti politiche del Paese e su base parlamentare.
La coalizione di centrosinistra era già stata fortemente debilitata dalla rottura con lo storico partito Unione Civica Radicale e Coalizione Civica che sono passati con Proposta Repubblicana all’inizio dell’anno elettorale ma è la conduzione della campagna elettorale che ha definitivamente seppellito le loro aspirazioni di vittoria.
La monopolizzazione della campagna da parte del duo Scioli-Macrì ha estromesso del tutto la candidata dei Progressisti, Margarita Solbizer, che si è fermata al 3,5%, ha rischiato addirittura di venire superata dalla sinistra radicale.
Ma nel suo complesso neanche il resto di quest’area politica ne esce in maniera esaltante, Ernesto Sanz dell’UCR al 3,5% ed Elisa Carrió della Coalizione Civica al 2,3%: in totale i candidati descrivibili come centrosinistra non superano il 10% dei voti.
La serie di sconfitte non si fermano a livello federale, in molte provincie la coalizione per Ottobre smetterà di avere liste a suo supporto per non aver raggiunto la soglia dell’1,5%. In questo ambiente avverso c’è da soffermarsi sul caso del leader socialista Hermes Binner che quasi sicuramente non vincerà il seggio, benché si fosse ritirato dalla corsa presidenziale per optare per il Senato a Santa Fe, in modo tale da far rimanere i socialisti al governo in provincia,.
Binner, nonostante i consistenti consensi di cui gode a Santa Fe, è scivolato in quarta posizione, dietro ai candidati del FPV, PRO e UNA, con un rovinoso 13%: molto probabilmente la mancanza di un candidato a presidente gli è stato fatale.
Infatti la coalizione che appoggiava Binner al Senato, il Fronte Progressista Civico e Sociale, comprendeva anche l’UCR che appoggia un altro schieramento a livello federale, facendo in modo che il nome di Binner non comparisse né in appoggio a Margarita Stolbizer e ai Progressisti né in appoggio a Cambiemos. A questo punto la particolarità del voto in Argentina del “taglio della scheda” ha fatto il resto.
L’unico leader di centrosinistra che si è fatto valere in questa difficile tornata elettorale è stato il radicale Julio Cobos vincendo al senato nella sua Mendoza per Cambiemos, l’unico caso in tutta l’Argentina di un candidato a Senatore che prende più voti di qualunque altro candidato a Presidente.
In un’altra provincia, con un altro candidato, avrebbe significato che gli elettori di Daniel Scioli per il Senato hanno preferito Julio Cobos al loro candidato di bandiera, ma trattandosi di Mendoza il discorso è inverso: sono gli elettori di Cobos che hanno preferito Scioli rispetto ai candidati della sua coalizione, seppur in maniera irrisoria per il momento.
Immagine in Copyleft dal sito urc.org.ar
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