A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Quali sono le nostre responsabilità verso le generazioni future? È giusto mettere al mondo dei figli nonostante le previsioni sui cambiamenti climatici siano tutt’altro che rassicuranti? Perché il filosofo Gianfranco Pellegrino traccia un parallelismo tra debito pubblico e global warming? E ancora, è possibile stimare in termini quantitativi l’impatto sul clima della nascita di un figlio? A queste e ad altre domande prova a rispondere Anna Momigliano in un articolo pubblicato su Rivista Studio.
Una mattina di febbraio ho finalmente capito cosa intende la gente quando parla di felicità. Era una giornata splendida e avevo portato mia figlia di pochi mesi al parco: lei, che non aveva mai visto un sole così, si godeva i raggi che picchiavano sul viso e sulle manine, e rideva, e io sorridevo a lei, pensando, cavolo, allora questa felicità esiste, e sapere che esisteva è stata la sensazione più bella. Seguita, nel giro di pochi minuti, dalla sensazione più brutta, quando ho realizzato che c’era poco da stare allegri, perché una giornata così calda a inizio febbraio non era affatto normale, infatti quello del 2019 è stato il terzo febbraio più caldo di tutti i tempi (il primo è stato nel 2014, il secondo nel 2016). Stiamo andando verso la catastrofe, una catastrofe di cui mia figlia soffrirà molto più di me.
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