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Bhookii Novembre 2025

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Questo mese andiamo in Sudamerica. La letteratura sudamericana è un crogiolo di realismo magico, introspezione filosofica, epica della terra e denuncia politica, e selezionare solo cinque titoli non è stato facile, ma ho cercato di mettere un titolo per paese.

  1. Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez (Colombia)
    Questo è talmente facile da essere quasi scontato, essedo il romanzo che ha definito il “boom” latinoamericano e ha “inventato” il realismo magico, cambiando per sempre il modo in cui il mondo vedeva l’America Latina e il modo in cui l’America Latina raccontava sé stessa. L’epopea della famiglia Buendía e della fondazione, ascesa e caduta della città mitica di Macondo è una metafora dell’intera storia sudamericana. García Márquez intreccia mito, storia, politica e fantasia con una prosa torrenziale e biblica. È un’opera che contiene tutto: l’amore, la guerra, la solitudine, l’incesto e il tempo ciclico.
  2. Finzioni di Jorge Luis Borges (Argentina)
    Se Márquez rappresenta l’epica torrenziale e magica, Borges ne è l’esatto opposto: il maestro della prosa concisa, filosofica e labirintica. Finzioni è una raccolta di racconti che sono in realtà saggi filosofici mascherati da letteratura fantastica, in cui Borges gioca con i concetti di tempo, infinito, identità e realtà creando biblioteche infinite, lotterie che governano il mondo e mondi immaginariche invadono il nostro. Definire Borges è impossibile.
  3. Rayuela – Il gioco del mondo di Julio Cortázar (Argentina)
    Questo è l’anti-romanzo per eccellenza, l’opera che ha fatto esplodere la struttura narrativa tradizionale. il  romanzo è famoso per la sua “Tavola d’orientamento”, che invita il lettore a scegliere: leggere il libro in modo lineare o saltare tra i capitoli in un ordine alternativo, creando una narrazione completamente diversa. È un libro sull’amore, sulla vita bohémien tra Parigi e Buenos Aires e sulla ricerca di un “centro” o di un senso.
  4. Grande Sertão di João Guimarães Rosa (Brasile)
    Grande Sertão è l’epica brasiliana, il Moby Dick o l’Ulisse del continente. Scritto come un unico, ininterrotto monologo, il libro è la confessione del jagunço (un bandito/mercenario del sertão, l’arido entroterra brasiliano) Riobaldo. È un’opera di incredibile innovazione linguistica, in cui Guimarães Rosa reinventa la lingua portoghese mescolando arcaismi, neologismi e linguaggio orale. È una meditazione profonda sul male, sulla violenza, sull’amore e sulla natura metafisica della realtà, un’immersione totale in un paesaggio fisico e spirituale unico.
  5. La casa degli spiriti di Isabel Allende (Cile)
    Questo romanzo segna l’esplosione della narrativa femminile sudamericana. L’Allende riprende la formula del realismo magico di García Márquez ma la applica a una saga familiare (la famiglia Trueba) con una prospettiva dichiaratamente femminile e femminista. Il libro non è solo una cronaca di amori e fantasmi, ma è anche una potente allegoria politica: attraverso la storia della famiglia, l’autrice racconta infaftti la storia del Cile del XX secolo, culminando nel trauma del colpo di stato militare di Pinochet (mai nominato esplicitamente). È l’opera che ha dimostrato come la saga familiare potesse essere usata per raccontare la tragedia politica nazionale.

Naturalmente ci sono altri libri importanti (penso ad esempio a Gabriella, garofano e cannella di Amado) ma per non fare torto a nessuno mi sono focalizzato sui cinque più importanti.

Poi come sempre c’è in corso la lettura collettiva di HPL, se volete unirvi a me e Omotto non dispiace affatto. O se volete parlare di altri libri qui non ci formalizziamo e non esiste l’Off Topic.


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