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Bret Easton Ellis contro tutti

Bret Easton Ellis contro tutti

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A cura di @Ergosfera.

Cristiano de Majo su Rivista Studio parla del nuovo libro di Bret Easton Ellis, a metà tra autobiografia e saggio sulla contemporaneità contro i social, la sinistra ossessionata da Trump, l’ipersensibilità dei millennial.

White è un libro che induce nostalgia e passatismo, sentimenti che ci eravamo imposti di non provare fino a questo momento, ma a cui sembra sempre più difficile resistere. Non siamo più giovani e, probabilmente, senza essercene accorti, siamo già approdati alla fase dei bei vecchi tempi, quando le opere d’arte erano ambigue – ti ricordi? – o quando una frase, un pensiero, un’opinione non dovevano passare il vaglio dell’autocensura; i bei vecchi tempi del dico quello che penso pubblicamente, piuttosto che scriverlo nel gruppo Whatsapp di chi la pensa come me per paura di “posizionarmi” male; quel passato sempre più idealizzato in cui i mitomani del like non ti scorrevano davanti agli occhi tutti i giorni. Probabilmente come i vecchi di tutte le generazioni stiamo rimpiangendo i tempi in cui anche noi siamo stati giovani e leggevamo i romanzi di Bret Easton Ellis. Ma, ditemi, scrittori come lui – dirompenti stilisti, interpreti così influenti del proprio tempo, sperimentali ma capaci di farsi leggere anche da chi non legge – oggi se ne vedono?

 


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