In un articolo pubblicato su Il Tascabile, Elena Panzera ripercorre in quattro tappe la storia del fondamentalismo cristiano negli Stati Uniti spiegando come questo abbia invaso il campo della politica, divenendo nel tempo molto influente.
Il 10 luglio 1925 John Scopes fa il suo ingresso nell’aula del tribunale di Dayton, Tennessee. È un giovane insegnante originario del Kentucky, dove tra l’altro ha studiato legge. Si trova lì perché durante una supplenza di biologia nella scuola del paese ha violato il Butler Act, la legge statale che proibisce l’insegnamento dell’evoluzionismo, ossia “qualsiasi teoria che negasse la storia della creazione divina dell’uomo come insegnata nella Bibbia, per insegnare invece la discendenza dell’uomo da un ordine inferiore di animali”. Il ragazzo è insomma accusato di aver spiegato ai suoi allievi che la specie umana discende dalla scimmia, contraddicendo la tesi biblica sull’origine divina dell’uomo. […]
Il climax del processo (brillantemente ricostruito in una scena di Inherit The Wind di Stanley Kramer, 1960) si raggiunge il 20 luglio, quando Darrow chiama a testimoniare l’avvocato dell’accusa e lo interroga in merito alla letterarietà di alcuni episodi della Genesi. Il mondo è stato dunque creato in sei giorni? Come ha fatto Eva a nascere dalla costola di Adamo? La strategia di Darrow – passare gli episodi biblici al setaccio delle acquisizioni scientifiche – funziona. Bryan si ingarbuglia in affermazioni contraddittorie e dice che il suo avversario sta solo cercando di metterlo in ridicolo. In seguito i giornali parleranno di uno “sharp clash over Bible miracles” in cui Darrow sembra aver avuto la meglio; eppure a vincere il processo è proprio l’accusa guidata da Bryan. La giuria impiega appena nove minuti per deliberare: Scopes viene condannato al risarcimento minimo di 100 dollari, mentre il Butler Act resta in vigore fino al 1967.
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