Oggi, 27 Luglio, ricorre l’anniversario della nascita di Giosuè Carducci (27 luglio 1835).
Il poeta, che fu Vate ben prima di D’Annunzio, ha subito negli ultimi 40 anni un forte ridimensionamento: è spesso accantonato nell’ambito dell’insegnamento scolastico superiore e dai manuali di letteratura, oltre che trascurato dai professori.
Dacché “T’amo, o pio bove” era verso odiato e temuto da fanciulli e fanciulle; dacché ricevette il Nobel nel 1906 (così motivato: « Non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all’energia creativa, alla purezza dello stile ed alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica » ) la sua fama s’è lentamente offuscata. Ma del resto, “Passan le glorie come fiamme di cimiteri, come scenari vecchi crollan regni ed imperi” (G. Carducci; A Vittore Hugo (xxvii febbraio 1881); Rime Nuove, 1906)
Giuseppe Iannicone ripercorrre sul sito di Treccani le tappe di questo progressivo abbandono.
Su Booktobook un breve articolo dello scorso anno su 3 curiosità relative alla figura del poeta, mentre su liberliber, si possono trovare scritti e raccolte del poeta in comodi file e-book, perfettamente legali.
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