Facebook protegge la libertà di espressione di Trump, ma non quella di attivisti e giornalisti palestinesi, siriani e tunisini
di rer • 24 Giu 2020 • 0 commenti • 4
Quando il mese scorso il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha implicitamente suggerito di aprire il fuoco contro i manifestanti per fermare i saccheggi (citando la frase usata dalle forze dell’ordine segregazioniste negli anni Sessanta “When the looting starts, the shooting starts“), durante le proteste per la morte di George Floyd, Facebook decise di non intervenire in alcun modo, nonostante quel post violasse le policy del social network in materia di incitazione all’odio e alla violenza.