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Chi ha ucciso Thomas Becket?

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In occasione della mostra “Thomas Becket: murder and the making of a saint”, tenuta presso il British Museum da maggio ad agosto del 2021, il blog del British Museum presentava un articolo dal titolo “Chi ha ucciso Thomas Becket?“.

Il 29 dicembre 1170, Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, fu assassinato da quattro cavalieri – Reginald Fitzurse, Hugh de Morville, Richard Brito e William de Tracy – probabilmente su ordine indiretto di re Enrico II.

Becket’s death will forever be linked to the famous phrase supposedly uttered in a rage by Henry II, ‘Who will rid me of this troublesome priest?’

Questa frase fu attribuita al re Enrico II e venne usata come motivazione per la decisione dei quattro cavalieri di uccidere l’arcivescovo di Canterbury. Di questa frase non si trova traccia nei resoconti della morte di Becket, almeno 13 dei quali furono pubblicati entro 20 anni dal suo omicidio. Tuttavia le fonti storiche concordano che re Enrico II abbia più volte espresso in maniera molto chiara la sua rabbia nei confronti dell’alto prelato, come riportato dalla biografia scritta da Garnier of Pont-Sainte-Maxence, biografo francese di Becket:

[Enrico II parla di Thomas Becket] A man… who has eaten my bread, who came to my court poor, and I have raised him high – now he draws up his heel to kick me in the teeth! He has shamed my kin, shamed my realm; the grief goes to my heart, and no one has avenged me!

Nelle biografie di Thomas Becket, spesso scritte da uomini di chiesa, o da persone che lo conoscevano o che erano suoi amici personali, il futuro santo viene sempre presentato come chiaramente destinato alla santità, nonostante da giovane avesse condotto una vita decisamente secolare, conducendo battute di caccia, giochi di scacchi e prendendo parte anche a qualche battaglia, mentre il re Enrico II e in particolare i suoi quattro cavalieri, sono sempre dipinti come i villains della storia:

In contrast, the four knights are lambasted as ‘men of Belial [the devil]’ and ‘ruffians’, ‘madmen’ and ‘butchers’.

Subito dopo l’omicidio, una dettagliata descrizione di come si era svolto venne inviata nel 1171 da Giovanni di Salisbury, stretto consigliere dell’arcivescovo e testimone oculare del fatto, al Vescovo di Poitiers. Copie della lettera ebbero da subito notevole circolazione e lo stesso Giovanni di Salisbury, successivamente, presentò al Papa una copia ampliata all’interno dell’istanza di canonizzazione per Thomas Becket, canonizzazione che avvenne nel febbraio del 1173.

Ma cosa accadde agli assassini? E a re Enrico II?

I quattro omicidi inizialmente si rifugiarono al castello di Knaresborough nello Yorkshire, dove rimasero per circa un anno, apparentemente senza subire nessuna ritorsione, anche se il re impedì ai loro eredi maschi di ereditare le loro proprietà: una punizione molto grave per dei nobili proprietari terrieri. Successivamente i quattro si recarono in pellegrinaggio a Roma, dal papa, il quale ordinò che si recassero in Terra Santa in pellegrinaggio, dove si pensa siano morti. Almeno per uno, però, si hanno tracce più solide:

William de Tracy left us with a final clue to his whereabouts, a surviving charter dating from 1173 to 1174, now in the library and archive of Canterbury Cathedral(Opens in new window), issued by him in the Italian city of Cosenza. Desiring forgiveness for his involvement in the murder, he grants gifts to the monks of Canterbury and asks that they pray for his soul.

Il re dovette affrontare una punizione molto più lieve: nel 1173 compì una penitenza pubblica presso le città di Avranches e Caen, e successivamente fu perdonato dal papa. Ma, probabilmente, questo perdono non fu sufficiente, dato che nel 1174 i suoi figli e sua moglie, Eleonora di Aquitania, gli dichiararono guerra. Durante questo conflitto, finalmente Enrico II si recò a Canterbury e, scalzo e penitente, attraversò la città e si inginocchiò davanti alla tomba del santo, riconoscendo la sua colpa e accettando la punizione dei monaci. Probabilmente questa ammissione di colpa era quello che serviva, in quanto:

The next day, Henry’s fortunes changed. His men won a decisive battle and his success was widely attributed to the intervention of Saint Thomas of Canterbury.


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