History racconta come il Natale divenne durante il Medioevo una delle festività più importanti del calendario cristiano.
L’articolo ricorda le celebrazioni natalizie medievali che duravano 12 giorni, dal 25 dicembre al 5 gennaio, e culminavano con la notte dell’Epifania.
Long before Santa Claus, caroling and light-strewn Christmas trees, people in medieval Europe celebrated the Christmas season with 12 full days of feasting and revelry culminating with Twelfth Night and the raucous crowning of a “King of Misrule.”
Prima del Natale i cristiani osservavano un mese di digiuno durante l’Avvento, periodo durante il quale si evitavano i cibi troppo ricchi e gli eccessi. Il Natale iniziava con una messa speciale e proseguiva con banchetti sontuosi. La quantità e la qualità del cibo dipendevano dallo status sociale, ma tutti partecipavano a vari festeggiamenti.
Durante le celebrazioni erano comuni giochi di ruolo e travestimenti, come il “mumming“, in cui le persone si mascheravano e andavano di casa in casa cantando e raccontando barzellette. Il “mumming” è una tradizione antica e diffusa in tutta Europa, particolarmente nelle isole britanniche, dove è conosciuta anche come “guising” o “morris dancing”. Durante il periodo natalizio, gruppi di persone, chiamati “mummers”, si travestivano con maschere e costumi, spesso di tipo carnevalesco e andavano di casa in casa cantando, ballando e recitando. Questi spettacoli avevano lo scopo di esorcizzare gli spiriti maligni e portare energia positiva per il nuovo anno. I “mummers” eseguivano rappresentazioni teatrali che spesso includevano personaggi stereotipati come San Giorgio, il drago e il dottore. Questi spettacoli erano caratterizzati da duelli, resurrezioni e pentimenti, con un forte elemento di commedia e interazione con il pubblico.
History narra poi come il 1° gennaio invece si celebrasse la Festa dei Folli, durante la quale i ruoli sociali venivano invertiti e i chierici potevano comportarsi in modo stravagante. La notte dell’Epifania si mangiava una torta con un fagiolo nascosto all’interno. Chi trovava il fagiolo diventava il “re” della serata e poteva dare ordini scherzosi agli altri. 12 giorni di Natale erano anche considerati speciali per prevedere il futuro e i sacerdoti interpretavano vari segni naturali per prevedere il tempo e gli eventi futuri.
La World History Encyclopedia offre dettagli aggiuntivi sulle tradizioni e le celebrazioni natalizie medievali: le abitazioni erano adornate con vischio, edera e alloro. Il vischio era ritenuto sacro e di buon auspicio e si usava anche bruciare un ceppo di Natale che doveva rimanere acceso per l’intera durata dei dodici giorni di festa. Nei banchetti natalizi delle famiglie nobili non mancavano alimenti raffinati quali carne, pesce e frutti di mare, e i pasti si componevano di molteplici portate accompagnate da salse e dolci elaborati, presentati su tavole imbandite. Anche i contadini festeggiavano il Natale, seppur in maniera meno fastosa dei nobili, addobbando le proprie case e partecipando a pranzi speciali con pietanze insolite come carne lessa e formaggi.
I servitori, già sottoposti a ogni tipo di tasse nel corso dell’anno, erano obbligati a fare “dono” ai loro signori di pane, uova e anche inestimabili galli e un paio di galline. Al contrario, i lavoratori liberi della tenuta, in particolare i più importanti come i pastori, i porcari e guardiani dei buoi ricevevano in regalo dal signore cibo, bevande, abiti e legna da ardere. Questa tradizione si è protratta anche nei secoli successivi, quando i servitori della casa ricevevano una scatola di doni da parte dei loro padroni il 26 dicembre, per questo motivo questa giornata viene chiamata Boxing Day (letteralmente il “giorno della scatola). I doni che i bambini ricevevano dai loro genitori di umili origini erano trottole, fischietti, trampoli, biglie, bambole e statue fatte di legno o argilla.
Anche il ritorno alla vita quotidiana dopo il periodo natalizio aveva le sue tradizioni:
Il ritorno alla quotidiana vita lavorativa doveva essere uno choc dopo il lungo periodo di vacanze, ma i contadini organizzavano una gara con gli aratri per celebrare il primo lunedì dopo l’Epifania, chiamato “Lunedì dell’aratro”. Un’altra tradizione, che probabilmente aveva sempre lo scopo di alleviare il ritorno alle fatiche quotidiane, si teneva il 7 gennaio. Conosciuta come Saint Distaff’s Day, era una “giornata di divertimenti, un’occasione per creare ‘caos’ e ‘per sfide comiche tra i sessi’, gli uomini davano fuoco ai vestiti delle donne e le donne si assicuravano che gli uomini fossero inzuppati per bene”.
L’argomento è trattato anche in un articolo uscito su Medievalist, che ricorda quanto sia antica anche la tradizione di decorare gli alberi:
Trees were significant in many pagan cultures. Evergreens, thought to possess special powers, symbolised the return of life in spring. For Christians, they came to represent eternal life. In the Middle Ages, churches decorated trees with apples on Christmas Eve, known as “Adam and Eve Day.” However, these trees remained outdoors. By the sixteenth century in Germany, decorated fir trees were carried through streets to the town square. After feasting and dancing around the tree, it was ceremonially burned. The sixteenth-century London historian John Stow described a similar tradition from 1444, where a tree was “set up in the midst of the pavement fast in the ground, nailed full of holme and ivy.” Homes and churches were also decorated with greenery, creating a festive atmosphere during the darkest days of winter.
Buon Natale dalle marmotte!
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