Nella settimana in cui la corsa all’intelligenza artificiale fa l’ennesimo balzo in avanti, le questioni etiche e soprattutto i team che si occupano di etica in relazione a questa tecnologia sono mollati indietro come un’inutile zavorra.
Microsoft ha licenziato l’intero gruppo di etica e società nella divisione di intelligenza artificiale, nell’ambito dei recenti licenziamenti che hanno colpito 10.000 dipendenti in tutta l’azienda. “La mossa lascia Microsoft senza un team dedicato a garantire che i principi dell’AI siano strettamente legati alla progettazione dei prodotti”, in un momento in cui l’azienda è in prima linea per rendere questi strumenti disponibili al grande pubblico, scrive The Platformer. Malgrado Microsoft rassicuri sul suo impegno in relazione a uno sviluppo responsabile di questa tecnologia, e malgrado esista ancora un dipartimento dedicato a creare regole per governare le iniziative AI dell’azienda (Office of Responsible AI), quel team aveva un compito molto specifico e interessante. Si occupava cioè di riportare le dichiarazioni di principio nel design dei prodotti, insomma di applicarle.
“L’eliminazione del team Etica e società è avvenuta proprio quando i dipendenti rimasti si stavano concentrando sulla sfida più grande – scrive ancora The Platformer – anticipare ciò che sarebbe accaduto quando Microsoft avrebbe rilasciato strumenti basati su OpenAI a un pubblico globale. L’anno scorso, il team ha redatto un promemoria che illustrava i rischi per il marchio associati a Bing Image Creator, [uno strumento] che utilizza il sistema DALL-E di OpenAI per creare immagini a partire da testi. (…) Sebbene la tecnologia text-to-image si sia dimostrata estremamente popolare, i ricercatori di Microsoft avevano correttamente previsto che avrebbe potuto anche minacciare il sostentamento degli artisti, consentendo a chiunque di copiare facilmente il loro stile. ‘Nel testare Bing Image Creator, si è scoperto che con una semplice richiesta che includeva solo il nome dell’artista e un mezzo (pittura, stampa, fotografia o scultura), le immagini generate erano quasi impossibili da distinguere dalle opere originali’, avevano scritto i ricercatori nella nota”.
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