A cura di @sed naturaliter.
Link riporta un articolo del 2015 in cui Carlo Freccero raccontava la sua esperienza a Rai2, la rete che è tornato a condurre in questi mesi, a seguito dell’attentato a Charlie Hebdo.
Umberto Eco ha costruito il suo romanzo più famoso, Il nome della rosa, sull’interdetto del riso. Il romanzo è ambientato in un monastero benedettino del XIV secolo. Il protagonista, Guglielmo da Baskerville, deve far luce su una serie di delitti apparentemente inspiegabili. Si scoprirà alla fine che tutte le vittime sono morte per aver sfogliato a mani nude le pagine avvelenate di un libro maledetto, il secondo libro della Poetica di Aristotele, dedicato alla commedia e quindi alla comicità. Il tema trattato, il riso, è interpretato come peccaminoso, diabolico, da occultare. Si tratta di un’opera di fantasia che affonda però le sue radici nella cultura di un’epoca. E forse non è neppure casuale che nella realtà il secondo libro della Poetica non sia pervenuto sino a noi.
Immagine da Wikimedia.
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