A cura di @Anna.
IL pubblica un articolo sulla figura di Gian Ruggero Manzoni, raccontata da Pier Paolo Giannubilo con “Il risolutore”.
Impigliato in una storia di pistole irregolarmente detenute durante il Settantasette bolognese in quota sinistra anarchica, barattò una chiusura d’occhi da parte dello Stato con un arruolamento “volontario” nelle Forze armate, poi trasformatosi in un’appartenenza, ovviamente segreta, ai Servizi. Quindi, azioni sotto copertura: in Italia alla bisogna, in Libano durante la Guerra civile, in Bosnia durante i massacri in cui sprofondò la Jugoslavia. Non un pranzo di gala. Intanto Manzoni manteneva la sua doppia, tripla, multipla vita: artista, docente, gestore di locali notturni, figlio, fidanzato, amante, padre, con qualche immersione nella malavita comune e, a tratti, nel corso degli anni, “risolutore” per i Servizi. In tutte le sue vesti, in ogni caso, Manzoni è un uomo disordinatissimo, spesso sgradevole, autoindulgente eppure autopunitivo, radicato nella quiete della sua terra, la Romagna, eppure larger than life.
Immagine da Wikimedia.
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