Su La Voce Paolo Liberati e Massimo Paradiso commentano la legge 111/2023 di delega fiscale evidenziando come non cambi
il disegno di un sistema tributario fortemente squilibrato e nel quale si trascura ogni ragione di giustizia distributiva. Pagano solo alcuni, e sempre gli stessi. Ma i benefici dei beni e servizi pubblici sono per tutti.
Si tratterebbe dell’ennesimo provvedimento che rende il nostro sistema fiscale sempre meno basato su caratteri di generalità ed equità orizzontale e plasmato invece da interventi diretti a risolvere esigenze contingenti, introdurre aggiustamenti in base alla specie del reddito tassato, rimodulare aliquote in deroga al principio di progressività dell’imposta ed intervenire su singoli tributi minori.
A questa modalità di intervento sulle entrate corrisponde tuttavia una richiesta di prestazioni di servizi pubblici che, al contrario, è universale. La conseguenza è il venire meno di
ogni ragione di giustizia distributiva, cioè di corrispondenza tra onere delle imposte e benefici dei beni e servizi pubblici, tra chi le imposte è chiamato a pagarle e chi non lo è per beni e servizi pubblici di cui però tutti godono.
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