Lia Celi, autrice satirica e madre di un ragazzo trans difende su Tag43 la carriera alias, cioè la possibilità data agli studenti con disforia di genere di poter essere riconosciuti, nei documenti scolastici interni non ufficiali — esclusi, quindi, pagelle e diplomi — con il nome che si sono scelti al posto di quello anagrafico, in cui non si identificano più.
Bisogna averla conosciuta da vicino, un’esperienza di varianza di genere, per capire quanto può essere importante per una ragazza o un ragazzo sentire che la sua scuola è uno spazio sicuro, che accoglie e comprende.
L’articolo affronta anche le resistenze alla carriera alias:
L’idea sottintesa nella nota del Comitato per la Scuola in presenza è che, per meglio corazzare l’identità sessuale della maggioranza degli studenti, la scuola debba preservare il disagio e l’infelicità dell’esigua minoranza di ragazze e ragazzi trans. Come se loro vulnerabilità potesse funzionare da monito per gli altri («ecco cosa succede a chi non si adegua al destino scritto in quei due fatali cromosomi»).
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